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“Fermate quel cantante, il suo reggae è omofobo e violento”

Appello del Gruppo EveryOne per fermare i concerti di Sizzla a Milano e Bari. Già disdetta la data di Bologna. Previste anche altre date. Nelle sue canzoni “scorre il sangue dei froci”.

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Il Gruppo EveryOne ha depositato oggi due esposti presso le procure della Repubblica di Bari e Milano per chiedere l’annullamento di due date del tour del noto cantante reggae giamaicano Sizzla Kalonji che dovrebbero tenersi, rispettivamente l’11 novembre al Demodè Disco Live a Modugno (Bari) e venerdì 13 al Live Music Club di Trezzo sull’Adda (Milano). La richiesta di annullamento si basa sulleposizioni dichiaratamente omofobe e violente del cantante che il Gruppo EveryOne accusa di "propagandare ideologie fortemente discriminatorie e lesive della dignità di milioni di gay e lesbiche, nonché di incitare pubblicamente all’odio razziale e alla violenza omofobica".

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Tra le date del tour italiano del cantante gamaicano era compresa anche una tappa al Sottotetto di Bologna, il 12 novembre. La data però è stata annullata dagli stessi gestori del Sottotetto dopo l’allarme lanciato dalle associazioni locali. Oltre a Bari e Milano, Sizzla dovrebbe esibirsi anche il 10 novembre a Catanzaro, il 14 novembre Roncade (TV) e il 15 novembre Grosseto.

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Più precisamente nei testi di Sizzla si trovano frasi come "Salite in prima linea, fuoco sugli uomini che fanno sesso con gli uomini dal di dietro, sparate ai gay e alle lesbiche, la mia grossa pistola fa bang" oppure "Bang Bang! i gay e le lesbiche vanno ammazzati" e ancora "Ai sodomiti e i batty bwoy, io dico: a morte! Non mi fido di Babilonia nemmeno per un secondo. Io vado a sparare ai gay e alle lesbiche con le armi" oltre a "Il sangue dei froci scorrerà". Due le canzoni incriminate: “We Nuh Join Dem” nuovo ai singolo del 2009, e “No Apologize”, scritta subito dopo aver firmato il “Reggae Compassionate Act”, nel 2007, con cui l’artista si impegnava a non diffondere l’intolleranza attraverso la musica. Per avere un’idea più precisa del pensiero divulgato da Sizzla, vale la pena ricordare che durante un concerto a Chicago nel 2002, Sizzla dichiarò che non avrebbe mai ritirato le proprie parole: "io uccido i sodomiti e i gay, perché loro portano l’AIDS e le malattie alla gente… sparagli e uccidili, non ritirerò le mie parole".

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Sia Sizzla che altri cantanti reggae sono oggetto di un dossier di Amnesty International del 2004 a proposito di un grande concerto svoltosi in Giamaica. Si legge nel rapporto di Amnesty: «Durante il corso della serata, Capleton, Sizzla e altri, hanno cantato quasi esclusivamente liriche sui gay. Usando il termine dispregiativo per gay – ‘chi chi men’ o ‘batty bwoys’ – hanno esortato il pubblico ad "ucciderli, i batty bwoy devono morire, colpi di pistola sulle loro teste, chiunque voglia vederli morti, alzi le mani"». Da anni alcuni gruppi e organizzazioni sia a livello territoriale che internazionale, hanno lanciato una campagna, Don’t Promote Murder Music, contro il reggae omofobo tra i cui maggiori esponenti, oltre a Sizzla, si annoverano Capleton, Buju Banton, Elephant Man, Bounty Killer e T.O.K.

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