Nei giorni del grande pasticcio messo in atto dal Comune di Roma intorno al caso della trascrizione delle due mamme francesi, il Presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato è intervenuto sul tema delle famiglie arcobaleno, invocando l’urgenza di una legge di tutela per gli interessi dei bambini figli di coppie gay e lesbiche. Già ieri Gay.it, sul caso Roma, aveva intervistato l’avvocato esperto di diritti LGBTI+ Antonio Rotelli.
Sulle trascrizioni degli atti di nascita, e più in generale sulle famiglie arcobaleno, Amato ha detto chiaramente “Serve una legge“. Nella relazione annuale sulla giurisprudenza costituzionale, il Presidente della Corte ha richiamato le questioni, dichiarate dalla Corte inammissibili, inerenti i bambini nati da maternità surrogata e il riconoscimento di figli nati da fecondazione eterologa nell’ambito di una coppia omosessuale.
“E’ imprescindibile l’esigenza di tutelare l’interesse dei bambini“
“Il vuoto oggi esistente – ha aggiunto Amato – non può essere colmato da un intervento puntuale della Corte, che rischierebbe di generare disarmonie nel sistema complessivamente considerato” dunque “richiede un intervento del legislatore, che disciplini in modo organico la condizione dei nati nelle diverse circostanze nelle quali la tutela è più carente”.
Il Presidente ha poi insistito sull’urgenza che il legislatore si prenda in carico l’urgenza di colmare un vuoto normativo che non può essere di volta in volta risolto con misure emergenziali di natura giudiziaria o locale (vedasi recenti conflitti tra tribunali e comuni che assumono il rischio delle trascrizioni).
“La disciplina dei rapporti di famiglia costituisce un settore assai delicato – ha spiegato Amato – in cui vengono in gioco numerosi valori costituzionali, il cui bilanciamento spetta in prima battuta al legislatore, pur nel rispetto di inderogabili principi costituzionali, in primis la salvaguardia dell’interesse dei figli”, soffermandosi sulle nuove forme di famiglia e sulle recenti conquiste tecnologiche in tema di filiazione “ciò è ancor più vero – ha infatti aggiunto il Presidente della Corte – alla luce delle modificazioni del concetto di famiglia, che hanno portato al pari trattamento dei figli un tempo definiti legittimi e naturali, nonché in virtù dell’evoluzione scientifica e e tecnologica nell’ambito della filiazione”.
A proposito del ritardo del legislatore sul tema delle famiglie arcobaleno e dei bambini figli di coppie gay e lesbiche, il Presidente della Corte ha voluto puntualizzare il rapporto tra Parlamento e Corte:
“Noi interpretiamo la superiorità della Costituzione sopra le leggi” ha detto Amato, ma “non siamo la maestrina del Parlamento, non siamo un’autorità superiore al Parlamento, non diamo moniti ma sollecitiamo il Parlamento a intervenire”, a “trovare una unità d’intenti”. (gf)
Fonti: Ansa, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano
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