Aleksander Miszalski, neo-eletto sindaco di Cracovia, in Polonia, ha dichiarato che tra i suoi primi atti ufficiali figurerà la partecipazione alla Marcia per l’Uguaglianza (evento locale equivalente al Pride) prevista per la prossima settimana. Per la prima volta, la facciata del Municipio sarà inoltre adornata con una bandiera rainbow in occasione dell’evento.
In netto contrasto con le politiche del suo predecessore, Jacek Majchrowski – che durante il suo lungo mandato ha ripetutamente declinato gli inviti del comitato organizzatore –Miszalski si appresta quindi a diventare il primo politico di alto profilo a Cracovia a partecipare all’evento.
“Voglio lavorare per una Cracovia più sensibile e tollerante, una casa per tutti e aperta a tutti” – si legge nella lettera inviata dal sindaco al collettivo Pride, che quest’anno festeggia il suo 20esimo anniversario. “Sarebbe per me un immenso piacere unirmi alla parata”.
Si tratta solo dell’ultimo di una serie di segnali positivi provenienti dalla Polonia, finalmente liberatasi nel tardo 2023 dalla morsa della destra ultracattolica di Diritto e Giustizia (PiS) – sostenuta in Italia da figure del calibro di Giorgia Meloni e Matteo Salvini – che da quasi un decennio teneva le redini del paese.
Con la vittoria del fronte europeista guidato da Donald Tusk e dal suo partito Piattaforma Civica (KO), si concludeva l’era della repressione LGBTQIA+ e si apriva nel contempo un nuovo capitolo di speranza per il ritorno alla centralità dei valori europei.
Il che non cancella però il profondo impatto delle politiche repressive e marginalizzanti adottate negli ultimi anni (tra cui le famigerate NO-LGBT Zone), i cui effetti duraturi si possono riscontrare ancora oggi: uno uno studio della Lehigh University, in collaborazione con il National Bureau of Economic Research (NBER) degli Stati Uniti, ha infatti recentemente analizzato come il discorso d’odio istituzionale e la caccia alle streghe verso le identità non conformi abbiano influenzato negativamente la salute mentale e il benessere sociale degli individui LGBTQIA+, con un aumento sostanziale dei casi di ansia, depressione e isolamento sociale.
A febbraio, Wojciech Szelag, noto presentatore della TV nazionale, ha invitato due attivisti LGBTQIA+ a partecipare al suo programma, scusandosi pubblicamente con la comunità per il pregiudizio causato dalla copertura omobitransfobica della rete sotto l’influenza del governo.
Se il cammino verso la piena accettazione della comunità LGBTQIA+ in Polonia sembra ancora lungo e pieno di ostacoli, data la persistente omobitransfobia sistemica e sociale, almeno si intravedono segnali che il paese si stia muovendo nella direzione giusta. Purtroppo, non si può dire lo stesso per tutti.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.