Finalmente (anche) belle notizie dal mondo dello sport: la nazionale di rugby italiana avrà un contratto di lavoro con tanto di stipendio mensile. La FIR (Federazione Italiana Rugby) ha scelto di retribuire 25 atlete con dei contratti di 1.000 euro al mese, appena in tempo per la nona edizione della Coppa del Mondo, che si terrà il prossimo autunno in Nuova Zelanda, e vedrà la nazionale italiana gareggiare contro Stati Uniti, Giappone, e Canada.
The @Federugby have announced that 25 members of the Italian squad have been given a centralised contract ahead of the Rugby World Cup in the autumn.
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— TikTok Women’s Six Nations (@Womens6Nations) April 13, 2022
Un notevole passo avanti per le giocatrici italiane che fino ad oggi potevano sostenersi con borse di studio o rimborsi spese, ma senza mai davvero considerare il rugby una vera professione: difatti, nonostante siano considerate fra le migliori d’Europa – a differenza di paesi come Francia, Inghilterra, o Irlanda – le rugbiste italiane non sono considerate “professioniste”, costrette ancora a far ricadere lo sport come semplice “tempo libero”.
L’investimento della FIR è di oltre 350.000 euro, e segna un primo segno di cambiamento fondamentale per la nazionale: “Questo accordo segna un primo, importante punto di svolta per il futuro della nostra Nazionale Femminile e, per me e le altre veterane del gruppo, rappresenta il miglior lascito possibile alle prossime generazioni di Azzurre” dichiara al Post Manuela Furlan, capitana della Nazionale, definendolo un contributo tangibile nel mondo del rugby per creare un ambiente egualitario e offrire pari opportunità tra atlete e atleti: “Lasciare la maglia in un luogo migliore di quello in cui la si è trovata è il desiderio e l’obiettivo di qualunque giocatrice o giocatore”.
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