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Giorgia Meloni è la settima donna più potente al mondo secondo Forbes

Ursula von der Leyen al primo posto e Rihanna al settantesimo: ma cosa ci dice ancora questa lista?

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Accanto alla lista del Financial Times sulle 25 donne più influenti dell’anno, ce n’è un’altra che l’opinione pubblica attende sempre di leggere: quella stilata da Forbes contenente le 100 donne con più potere del 2022. Si tratta di una lista stilata esclusivamente sulla base della propria posizione come capo di qualche istituzione o azienda che implichi un alto grado di responsabilità e del proprio capitale finanziario. Ben diversa dai criteri, ad esempio, del Financial Times, dove l’influenza sociale e l’attivismo sono di gran lunga più importanti.

Ebbene, in un momento in cui per i diritti delle donne si combatte in tutto il mondo, così come per le libertà che ne derivano, la rivista di economia mette al settimo posto della lista – una posizione decisamente molto alta – nientemeno che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Non solo, ma è anche l’unica italiana a comparire tra i cento nomi scelti, che spannano da donne della politica a CEO e superstar miliardarie.

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Giorgia Meloni è la settima donna più potente al mondo secondo Forbes

Forbes, d’altronde, è una rivista di e per miliardari. Il mondo che la lista vuole celebrare è uno fatto di conti in banca stellari e una certa predisposizione ad esaltare quei personaggi che in Italia verrebbero chiamati radical chic. Fondamentalmente l’esatto contrario di quel sentimento nazionalpopolare di cui Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia si fanno paladini.

C’è da dire, da un lato, che Forbes ha pensato bene di mettere le mani avanti prima di attirare su di sé ire e critiche di chi giustamente contesta il celebrare le dubbie posizioni della Presidente del Consiglio italiano. La stessa rivista in un articolo ha definito Giorgia Meloni «una figura controversa dal futuro politico incerto», considerando come questo sia il governo più di destra che l’Italia abbia avuto dalla fine del secondo conflitto mondiale. In un articolo di approfondimento incentrato sulle donne che stanno lottando per i diritti riproduttivi femminili dopo Roe v. Wade, inoltre, Forbes ha sottolineato come, mentre alcune si sono impegnate per difendere il diritto all’aborto, «altre, come il primo ministro italiano Giorgia Meloni, hanno promesso solo di non interferire con le tutele dell’aborto previste nel loro Paese».

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La scheda di Giorgia Meloni su Forbes

La scheda su Forbes di Giorgia Meloni non tralascia certo anche alcune la sua carriera politica e le sue posizioni sui diritti civili: la redazione della rivista, tra le più famose al mondo, ha scelto di ricordare la sua militanza nel Movimento sociale italiano, descritto come neo-fascista, e le sue dichiarazioni sulla “Lobby LGBT”. Ma, e questa è la spiegazione per cui la Presidente del Consiglio è stata inserita nella lista, «il suo successo rappresenta una conquista per la leadership femminile, se non altro perché è l’unica donna alla guida di un paese del G20».

Il fatto che oggi Giorgia Meloni si trovi al settimo posto della lista di Forbes rappresenta già di per sé un traguardo, se si considera che, da quando la rivista di economia ha iniziato a stilare la lista delle 100 donne più potenti dell’anno nel lontano 2004, non c’era mai stata una donna italiana nelle prime dieci posizioni. Certo, verrebbe da dire, l’indiscussa autorità della lista in questione (come d’altronde molte altre) lascia un po’ il tempo che trova. Mai davvero oggettive o troppo innovative o rivoluzionarie, spesso sono più interessate allo status quo e mancano di una certa inclusività e diversità che, seppur potrebbe essere una polemica a parte e di secondo livello, non fa male sottolineare.

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La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen è al primo posto della lista di Forbes

E infatti, ai primi posti della lista delle donne più potenti del 2022 di Forbes troviamo le protagoniste del nostro presente politico: Ursula von der Leyen, Christine Lagarde e Kamala Harris. Qualche CEO come Mary Barra di General Motors e Abigail Johnson di Fidelity Investments, fino alla filantropia velata di ipocrisia, come quella dell’ex moglie di uno degli uomini più ricchi del pianeta Melinda Gates.

Per il pubblico più pop, la lista non poteva non includere anche le popstar del momento che hanno costruito un vero e proprio impero – sempre per rimanere in tema di profitti: Rihanna, Taylor Swift e Beyoncé si sono guadagnate, letteralmente, i loro posti rispettivamente nelle posizioni numero 73, 79 e 80.

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Anche Rihanna compare nella lista di Forbes, ma al n. 73

Ai numeri 60 e 92, invece, troviamo Hana Al Rostamani e Raja Easa Al Gurg, due nomi sconosciuti all’opinione pubblica dell’Occidente ma che, per essere le uniche due donne del Medio Oriente a comparire sulla lista e viste le lotte che attualmente sono in corso per l’emancipazione femminile nei Paesi arabi, fa piacere vedere comparire.

Come ogni anno, la lista delle 100 donne più potenti di Forbes è lo specchio solo di una parte di realtà, ancora esclusivamente interessata ai numeri e ai capitali. Come dimostra l’esempio di Giorgia Meloni, il fatto che essere la prima donna Presidente del Consiglio in Italia la renda la settima più potente al mondo, non implica che il sentire sociale sia il medesimo. A pensarci bene, in un momento storico in cui le nuove generazioni hanno dichiarato guerra alle persone più ricche e potenti del pianeta, una lista come questa ha ancora senso?

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