“Io sto con Putin”. Un messaggio chiaro e inequivocabile campeggia sui manifesti che l’organizzazione di estrema destra Fronte Nazionale, guidata da Adriano Tilgher, ha fatto affigere sui muri di Roma. Sulla pagina Facebook del partito, Tilgher spiega specificatamente su quale fronte un gruppo post fascista può trovarsi d’accordo con un ex agente del KGB.
Tilgher spiega che sono tre gli argomenti su cui c’è comunione di vedute con il presidente russo: “il “no” all’intervento militare in Siria, il “no” alla propaganda omosessuale e alle adozioni da parte delle coppie gay e il “no” all’Unione Europea, che non riteneva una priorità il gasdotto South Stream, per il quale, invece, nel 2014 partiranno i lavori”. “Putin – spiega Tilgher – ha assunto posizioni coraggiose, contro la potentissima lobby gay, che, con un’azione capillare, punta quasi a colpevolizzare chi omosessuale non è, e contro le centrali finanziarie mondiali, che vogliono la guerra in Siria. Noi stiamo con Putin, senza se e senza ma”.
Immediate le reazioni della comunità lgbt romana, e non solo, che chiede tra l’altrola rimozione dei manifesti da parte del comune.
“Si tratta ancora di libertà di espressione – si chiede la deputata di Sel Ileana Piazzoni -? Fatti come questi ci ricordano quanto sia urgente l’approvazione della legge contro l’omofobia. Oltre alla rimozione immediata dei manifesti, chiediamo che venga vietata ogni apologia della violenza e offesa alla dignità delle persone”.
Le fa eco Imma Battaglia, presidente di Di’Gay Project e membro del consiglio comunale di Roma nelle file di Sel. “Si tratta di un fatto inammissibile – dichiara Battaglia -: la politica non può esimersi da una ferma condanna di tutti quei regimi che perpetrano se stessi attraverso oscurantismo, violenza, repressione e terrore. Con il gruppo Sel del Comune di Roma daremo piena adesione al sit in di protesta organizzato dal Circolo Mario Mieli per domenica 8 settembre alle ore 15.00 davanti all’Ambasciata russa”.
Dal suo profilo su Facebook, Cristiana Alicata (Pd) bolla, con una frase secca e lapidaria, la questione come un rigurgito del ‘900. “Loro stanno con Putin – scrive Alicata -. Il poststalinista e i post fascisti sintetizzano il secolo passato”.
Stando ad alcune fonti, il comune avrebbe dato il via alla rimozione dei manifesti che, comunque, risulterebbero affissi abusivamente in spazi per i quali non era stata rilasciata alcuna autorizzazione.
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