Sono le 4:42 della notte a Parigi, in un locale gay che sembra un’oscura e rossastra caverna. Sono tutti nudi, indossano solo le scarpe e alle caviglie hanno legato il numero che è stato consegnato loro al guardaroba, quando hanno lasciato lì i propri oggetti personali. L’unico altro indumento è il preservativo. Quasi sempre. Perché Théo, timidissimo, viso d’angelo su un corpo da reato, riccioli biondi e occhi blu come il più bello dei mari, non lo infila quando, durante i diciotto, meravigliosi, espliciti minuti di affollatissima, sensuale, erotica orgia che aprono la splendida pellicola, penetra Hugo (François Nambot), a cui lo lega da subito un’immediata irresistibile attrazione.
Che è amore. Reciproco. Ma è anche la paura di un contagio. E il tempo del film è esattamente quello della loro storia, un’ora e diciassette minuti in cui si scoprono e si uniscono molto più che semplicemente per il tramite del sesso, attraversando in bici, a piedi, in metro una Parigi multietnica e bellissima al risveglio, fino all’alba calda, vermiglia, romantica, commovente.
È una rivelazione la comparsa sul grande schermo di Geoffrey Couët nella pluripremiata pellicola, passata dalla Berlinale – e in sala, va detto per amor di verità, non solo la sua eccezionale prova attoriale ma anche il suo nudo frontale destò unanimi e decisi apprezzamenti… – nel 2016, di Olivier Ducastel e Jacques Martineau, sul cui set Couët è tornato assieme sempre a Nambot per il prossimo venturo Haut-perchés, Théo et Hugo Dans le Même Bateau (Paris 05:59): disponibile in home video, su Hulu, mai distribuita al cinema in Italia ma proiettata negli anni in vari circoli e festival, per esempio a Milano (Festival Mix) e Pavia, lancia la carriera dell’attore.
Classe 1988, Gemelli (27 maggio), nativo di Nantes, si è visto anche nel ruolo del commesso di un negozio d’abbigliamento in Un amore all’altezza, con Jean Dujardin, ed è ora fra i protagonisti di Les crevettes pailletées (The Shiny Shrimps), di Maxime Govare e Cédric Le Gallo, con Nicolas Gob, Alban Lenoir, Michaël Abiteboul, Romain Lancry, David Baiot, Roland Menou, Romain Brau e molti altri.
Passato pure per il festival di Cannes, sta ottenendo successi a non finire da parte di pubblico e critica (finanche sulle colonne del prestigioso Le figaro): il film, distribuito da Universal Pictures International France, e che speriamo esca un giorno anche nel nostro Paese, racconta – ispirando anche un’iconica copertina nientedimeno che dell’Équipe – la storia dell’omofobo – più per ignoranza che per idiozia o repressione… – Mathias Le Goff, vicecampione mondiale di nuoto, che per punizione dopo una squalifica deve allenare una squadra non di nuoto sincronizzato (quelli erano gli esilaranti 7 uomini a mollo diversamente depressi di Gilles Lellouche con Mathieu Amalric, Guillaume Canet e Benoît Poelvoorde) bensì di pallanuoto, sport virile e rude (sotto il pelo dell’acqua succede di tutto, per questo gli atleti indossano il doppio slip…).
L’esplosiva compagine, però, è in lizza per disputare in Croazia i Gay Games: sono, appunto, les crevettes pailletées, ossia, letteralmente, i gamberi luccicanti (e si sa che nel Levitico si accosta l’omosessualità in quanto massimo peccato mortale al consumo, impuro quanto niente altro, di crostacei: si spera che tutti gli omofobi, se non vogliono finire al gratin sulle fiamme dell’inferno, siano sopravvissuti agli anni Ottanta immuni ai cocktail di scampi che andavano tanto di moda…).
In partenza per gli Stati Uniti per la promozione del film (grazie, mi fai fare pratica con l’inglese, ci dice con allegria), Geoffrey risponde con garbo e squisita cortesia alle nostre domande.
Di cosa parla Les crevettes pailletées?
È un film sull’amicizia, su quanto puoi essere davvero te stesso quando ti senti sicuro e circondato dai tuoi amici. In quest’epoca di crisi, di guerra, di odio tra comunità, l’amicizia è un valore, di cui tutti dovrebbero poter godere, che tutti dovrebbero poter amare, ammirare e mantenere!
Qual è il tuo ruolo?
In questa fantastica squadra di pallanuoto sono Xavier, il pazzo, lo scandaloso, il gay duro e puro, chiassoso e orgoglioso. Adoro questa parte perché è una sorta di «cliché» degli omosessuali, ma con lui il pubblico si rende conto di come quei «cliché» siano belli e positivi!
Che esperienza è stata?
A essere sinceri, girare questo film è stato molto duro: le scene in piscina sono estenuanti, tutto è piuttosto fisico, e recitare sempre insieme a otto partner necessita di una grande concentrazione … Dovevamo essere molto seri durante le riprese! Ma, nelle difficoltà, ciò che dà gioia rende ancora più felici! Gli altri attori e io siamo diventati molto amici, e penso che vedendo il film si senta!
In quali altri paesi oltre alla Francia il film sarà in sala?
Finora so che è uscito a Taiwan, in Messico, in Belgio, e so che uscirà nel Regno Unito e in Canada, ma penso che Les crevettes conquisteranno il mondo, perché all we need is love!
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