Sole è nata dall’amore di Giovanni e Cosimo, che ci raccontano la loro GPA in Gran Bretagna

"Questa mattina, per esempio, Sole indossa un vestitino che apparteneva al figlio della mamma, con i disegni di Topolino"

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Cosimo Mirigliano Giovanni Bianco Sole famiglia arcobaleno famiglia omogenitoriale gestazione per altri GPA
Cosimo Mirigliano Giovanni Bianco Sole famiglia arcobaleno famiglia omogenitoriale gestazione per altri GPA
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Cosimo Mirigliano e Giovanni Bianco sono da pochi mesi genitori di Sole, nata a Londra grazie alla Gestazione Per Altri (GPA).  In Gran Bretagna la legge consente a Cosimo e Giovanni di essere a tutti gli effetti i papà della piccola. Per l’Italia, non è così.

In Gran Bretagna, Cosimo e Giovanni, uno architetto e scrittore (autore di due romanzi dal titolo Due corpi una sola mente e L’estate interrotta) e l’altro imprenditore, hanno potuto coronare il proprio progetto di genitorialità. Un desiderio irrealizzabile in Italia, dopo gli attacchi del governo Meloni e la proposta di legge di far diventare la gestazione per altri reato universale. Al momento, i due papà italiani (che vivono in Gran Bretagna) non possono registrare Sole all’anagrafe italiana.

La questione della GPA è usata come strumento di propaganda per perseguitare le famiglie arcobaleno. La destra agita lo spauracchio dello sfruttamento delle donne, facendo leva sull’ignoranza generale sul tema. In questi giorni a Milano si svolgerà un evento divulgativo sulla fertilità, ma alcuni esponenti di destra (spalleggiati da una parte di sinistra) hanno invocato la questura e le forze dell’ordine per bloccarne lo svolgimento.

Ma come avviene la gestazione per altri in Gran Bretagna? Davvero le donne sono sfruttate?

Abbiamo già raccontato la storia di una famiglia nata grazie alla GPA negli USA: l’intervista a Fahrad e Francesco spiega come negli Stati Uniti le donne siano oggettivamente tutelate e perché la propaganda anti-GPA sia pura disinformazione di stampo omofobico.

In questa intervista invece, Cosimo e Giovanni ci raccontano lo stesso percorso, ma con Gestazione Per Altri in Gran Bretagna.

Da quanto tempo vivete a Londra? Siete ormai cittadini UK?

Cosimo: Io sono arrivato dopo di lui. Sono arrivato nel 2012.

Giovanni: Io nel 2010, due anni prima di lui.

Cosimo: Lui ha preso la cittadinanza l’anno scorso e io invece la prenderò a breve, questione di qualche mese.

Vostra figlia Sole è nata pochi mesi fa a Londra da gestazione per altri, che in Gran Bretagna prevede che la donatrice dell’ovulo sia anche la “portante”, cioè la donna che porta in grembo la nascitura, a differenze degli USA dove la gpa prevede due donne diverse: siete in contatto ancora con la madre di Sole?

Giovanni: Sì, assolutamente sì. Pensa che vengono a trovarci in coppia con il figlio, lei è sposata e ha un bimbo di 7 anni. Ci vediamo sporadicamente perché siamo distanti quattro ore di macchina, non siamo proprio nella stessa città. Però ci sentiamo quasi tutti i giorni. Ci mandiamo le foto. Noi soprattutto le mandiamo le foto della piccola Sole.

Cosimo: Questa mattina, per esempio, Sole indossa un vestitino che apparteneva al figlio della mamma, con i disegni di Topolino.

Come è avvenuto il “match” tra voi, coppia di uomini, e la mamma di Sole? Come vi siete trovati?

Giovanni: Ci siamo conosciuti tramite amici in comune, circa 5 o 6 anni fa. Si parlava di diventare genitori e del fatto che fosse un nostro sogno. È stata una cosa a cui sembrava interessata, ma è nata e morta lì. Nel tempo abbiamo continuato a sentirci di tanto in tanto su Facebook. Poi l’anno scorso, Cosimo ha perso il suo papà a dicembre, e io mia mamma a gennaio, quindi è stato un periodo un po’ brutto e loro ci sono stati vicini. Dopo qualche settimana lei ha detto “Ragazzi, ma voi volete ancora diventare genitori? Lo volete ancora un bambino?” e noi abbiamo detto “Certo, soprattutto in questo momento”. Da lì è nata la cosa e siamo andati avanti.

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Cosimo e Giovanni durante la nostra intervista in video-conferenza

Che garanzie di tutela per la salute e legali sono state adottate per la mamma di Sole?

Cosimo: Va detto prima di tutto che noi ci siamo presi carico di tutte le spese sanitarie e mediche. In ogni caso c’è sempre il servizio sanitario nazionale, pronto a prenersi cura di lei nel caso avesse problemi. Lei era tutelata sotto ogni punto di vista, anche legalmente. Lei, fino alla sesta settimana dopo il parto, ha avuto la possibilità di ripensarci.

Giovanni: Alla sesta settimana io e Cosimo abbiamo dovuto fare richiesta di un parental order, che sarebbe un ordine del giudice per far sì che Cosimo ed io potessimo diventare genitori di Sole a tutti gli effetti. La mamma ha dunque avuto queste sei settimane di tempo per pensarci. In verità, nel nostro caso, non ce n’è stato bisogno, perché fin dal principio tutto questo è stato fatto per noi. Ma se lei in queste sei settimane avesse avuto il minimo dubbio, era liberissima di venire da noi, prendere la bambina e tenerla e noi non avremmo potuto fare nulla.

Anche in Gran Bretagna, come in USA, le donne che si prestano alla gestazione per altri devono avere figli propri?

Cosimo: No, questo è stato un caso, il nostro. Magari dal punto di vista personale noi genitori ci sentiamo più sicuri, perché tendiamo a pensare che una mamma che abbia già figli, più difficilmente finirebbe per rinunciare al percorso. In Gran Bretagna, per la gpa, non c’è l’obbligo di avere già figli.

Giovanni: Se posso fare anche una piccola parentesi, quando siamo stati in ospedale – perché noi abbiamo partecipato a tutto, siamo stati nella sala parto con lei e abbiamo tagliato il cordone –, quando è venuta l’ostetrica a vedere se andava tutto bene, lei ha raccontato la sua storia: praticamente aveva dato la possibilità ad altre cinque famiglie omogenitoriali di essere genitori, aveva fatto questo dono già cinque volte.

In Italia c’è un dibattito, manipolato da una certa corrente di pensiero reazionario, che sottintende uno sfruttamento di queste donne che si prestano alla gpa. Possiamo spiegare alla community di Gay.it come sono tutelate le donne in Gran Bretagna?

Giovanni: Sono tutelate per quello che abbiamo già detto e anche perché nessuno costringe nessuno. Si tratta una decisione presa con una modalità di accordo: già dall’inizio si sa a ciò a cui si va incontro. E ci sono molti controlli, le persone che si offrono, non sono persone bisognose.

Cosimo: Nella nostra esperienza, da quello che abbiamo saputo anche informandoci presso altre coppie, mediante i forum eccetera, questa storia delle donne che hanno necessità o che lo fanno per soldi è una storia che non esiste.

Giovanni: No, perché a ben vedere, la legislazione in Gran Bretagna parla esplicitamente di atto altruista. Non ci sono soldi di mezzo.

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Da sinistra: Cosimo, Sole e Giovanni in uno scatto di questa mattina 19 Maggio 2023.

 

Quanto tempo è trascorso dal momento in cui avete immaginato di poter avere un figlio vostro, a quando in effetti siete diventati papà?

Giovanni: Cosimo e la mamma – perché Cosimo è il papà biologico – hanno fatto una serie di esami del sangue per vedere che fosse tutto a posto. Nel giro di una settimana sono arrivati gli esiti e una volta che era tutto a posto siamo partiti. È stato tutto sommato veloce.

Cosimo: Diciamo che in linea generale in Gran Bretagna, io ho verificato anche altri Paesi oltre che l’Italia, tutto è molto più veloce, perché si utilizza l’aspetto telematico, molte prenotazioni e pratiche vanno fatte online. Quindi è molto più veloce di quello che suppongo potrebbe essere, ad esempio, in Italia (dove non è possibile, ma Cosimo si riferisce alla burocrazia sanitaria italiana rispetto a quella britannica più semplificata e digitale ndr).

In termini legali, dopo che Sole è nata, aveva una mamma e un papà biologici, papà che nel vostro caso è Cosimo: poi come è avvenuto in Gran Bretagna il “passaggio” legale ai due papà?

Giovanni: Il primo passo è il parental order, dopo sei settimane dalla nascita del bambino. Si compilano questi form e si mandano alla Corte, che si prendera il tempo di leggerli e fare i dovuti controlli. Ad esempio è venuto un assistente sociale a fare due chiacchiere e capire la situazione.

Cosimo: Tra parentesi, l’assistenza sociale in Gran Bretagna va ovunque e sempre.

Giovanni: Esatto, e non si tratta solo dei genitori dello stesso sesso o che comunque hanno a che fare con questo tema di cui stiamo parlando. L’assistenza sociale va a controllare tutte le famiglie di tutto il Regno Unito. Quindi abbiamo fatto questa chiacchierata, dopodiché ha fatto una chiacchierata con la mamma di Sole e col marito e ha stilato una relazione per capire se potevamo essere idonei, se la mamma fosse stata obbligata, se fosse d’accordo in tutto. Fatto ciò, hanno rimandato questa relazione alla Corte e la Corte ci ha richiamati dandoci un appuntamento, tra l’altro sarà la settimana prossima, dove ci verrà dato il nuovo atto di nascita dove praticamente ci sarà Papà Cosimo Merigliano e Papà Giovanni Bianco. La mamma da quel momento non sarà più sul documento, ma sarà sempre presente nella vita di Sole, perché noi vogliamo che la mamma sia presente. (continua dopo il post)

 

Consigliereste la pratica della Gpa in Gran Bretagna? Consigli?

Giovanni: Sì, però c’è un discorso per cui non tutti possono venire in Gran Bretagna a farlo. Devi essere residente qui. Io sono cittadino britannico, lui lo sta diventando, ma se uno decide di venire dall’Italia solo per questo non si può fare.

Cosimo: Questo vi fa capire che non c’è uno sfruttamento perché altrimenti tutti potrebbero venire in UK per fare questa pratica, chiamiamola così. Visto che si può fare solo per chi è residente nel Regno Unito, diciamo che già di per sé è questa la risposta.

Bene, ora siete papà di Sole in Gran Bretagna: come la mettiamo con l’Italia e i provvedimenti del Governo Meloni? Avete provato a fare la trascrizione all’anagrafe in qualche città italiana?

Giovanni: No ma abbiamo chiamato veramente ovunque, abbiamo passato giornate intere al telefono e stiamo avendo lo stesso problema per farle fare il battesimo. Abbiamo contattato un prete che inizialmente ha detto sì e adesso non risponde più alle nostre chiamate quindi è tutto in stand by. Questo è uno dei tanti problemi che potremmo avere rientrando in Italia.

Cosimo: Per esempio noi siamo rientrati dall’Italia la settimana scorsa, siamo stati un mese e mezzo a Milano durante il quale abbiamo cercato di fare tutte le visite opportune per l’età della piccolina e per tutte dovevo essere io presente. Questo significherebbe che se noi andiamo a vivere e lavorare in Italia, per me diventa impegnativo perché io non riuscirei nemmeno a lavorare. Se lei ha bisogno di qualcosa devo andare io, se ha bisogno di essere portata da qualche parte devo andare io. Se deve andare in ospedale, se bisogna andare a prenderla da scuola, se c’è una riunione con i genitori…

Giovanni: Semplicemente se Cosimo non dovesse esserci per due giorni per lavoro, io non potrei neanche andare a prenderla a scuola se non munito di delega e non capisco il perché. Se io in Gran Bretagna, da cittadino britannico e italiano, sono il papà di Sole, non capisco perché in Italia non lo debba essere. Non ha senso.

Quindi in Italia, secondo quanto suggerito dalla Cassazione nel dicembre 22, e intimato dalla circolare Piantedosi del Governo Meloni, voi dovreste procedere per stepchild adoption: Cosimo è già papà di Sole, mentre Giovanni dovrebbe iniziare il percorso di adozione speciale. Alla fine è come in Gran Bretagna, o no?

Giovanni: Tra l’altro, da quello che ho capito, tutti parlano di questo processo, ma io credo che solo due mamme possano fare questo percorso.

Cosimo: Nel nostro caso significherebbe fare un passo indietro qui nel Regno Unito, senza però avere garanzie su ciò che otterremmo dall’Italia. Cioè, nel documento di nascita e nel passaporto io e Giovanni siamo al pari. Lui dovrebbe invece fare una rinuncia e dovrei apparire solo io sul documento. E poi in Italia fare tutta la proceduta daccapo, il che significherebbe tempo e denaro. Ma a parte questo, è un rischio perché potrebbero dire di no in Italia. Quindi, a quale pro farlo?

Giovanni: Io userei una frase che ha detto Tiziano Ferro, “I miei figli non verranno mai trascritti in Italia”. Idem, non ha senso. Sole ha un passaporto britannico e quando sarà grande, se vorrà avere quello italiano, lo potrà sempre fare dopo i 18 anni. Se poi dovessero cambiare le cose, tanto di guadagnato, però al momento è deludente.

È interessante come informazione quello che dicevate prima: per poter registrare Sole in Italia Giovanni dovrebbe rinunciare alla genitorialità in Gran Bretagna?

Giovanni: Sì, per poter registrare Sole dovremmo richiedere un nuovo atto di nascita con solo Cosimo e io dovrei rinunciare ad essere suo padre in UK. Quindi a quale pro abbiamo fatto tutto quello che abbiamo fatto?

È tutto scioccante e vi siamo vicini: a parte la persecuzione del Governo Meloni, voi avreste intenzione di tornare a vivere in Italia?

Cosimo: Io dico che è molto disarmante, non voglio ripete le solite cose su quanto il nostro sia un paese arretrato – Medioevo! -, però diciamo che non va di pari passo con il resto del mondo, o quantomeno dell’Europa. Bisogna adeguarsi. Chi ha avuto la possibilità di andare via, ha fatto la sua scelta, perché aveva degli obiettivi, tutto qua. La politica italiana sembra fare in modo che chi è andato via, non sia invogliato a tornare in Italia. Sono i politici che hanno indotto molti Italiani ad andare all’estero. Io sono andato via dall’Italia perché sapevo che in Italia non avrei potuto avere cose che ho trovato altrove. Quindi, o l’Italia si aggiorna e sta al passo, oppure negli anni perderà tantissime persone, che andranno via. Questo è sicuro.

Ve la sentite di dare un consiglio alle coppie che vogliano intraprendere il vostro percorso?

Giovanni: Visto che in Italia non è possibile la GPA, consiglierei di andare negli States, e farlo negli States. Ma leggo che vogliono farne reato universale, in quel caso – non capisco – si prevede che se sei italiano non puoi farlo neanche all’estero… Addirittura reato universale!

Cosimo: Dovremmo prima cambiare la politica. Ora come ora, non saprei cosa consigliare e me ne dispiaccio perché se fosse successo tutto prima della nascita di Sole per me sarebbe stato un periodo di tristezza veramente generalizzata, perché ho vissuto gli ultimi dieci anni della mia vita con questo desiderio, quello di diventare genitore. Io ho avuto in precedenza tante relazioni con delle donne e non era mai capitata l’occasione di volerlo. È successo dopo quando ho incontrato Giovanni e abbiamo capito assieme cosa volevamo dalla nostra vita.

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