Prosegue l’accanimento contro la genitorialità alternativa da parte della destra italiana, che negli ultimi giorni si è scagliata contro un evento legato alla fertilità, in programma a Milano il 20 e 21 Maggio.
“Wish for a baby” è il nome della due giorni dedicata alla fertilità e alla genitorialità, che approda nel capoluogo lombardo dopo le edizioni svolte a Berlino, Colonia, Parigi e Monaco. L’obiettivo dell’evento è chiaro:
“fornire informazioni accurate e complete sulle diverse opzioni di genitorialità. I visitatori potranno assistere a conferenze sulla fertilità (o infertilità), partecipare a sessioni di domande e risposte, avere incontri diretti con medici e cliniche.”
Gli avvoltoi della propaganda reazionaria non si fanno attendere, e raccolgono adesioni sia nel terzo polo di Italia Viva e Azione, sia in parte della sinistra, Partito Democratico incluso.
Carolina Varchi, capogruppo Fratelli d’Italia in commissione Giustizia della Camera e prima firmataria di una delle proposte di legge per rendere la gestazione per altri reato universale, sostiene che l’evento di Milano “mette in piazza i bambini trasformati in merce e il corpo delle donne in contenitore da noleggiare all’occorrenza, riducendo la fertilità e la genitorialità a meri oggetti sui quali lucrare con sapienti azioni di marketing. Un’iniziativa che va fermata come prevede la legge 40 che vieta anche la sola propaganda dell’utero in affitto in Italia. L’auspicio è che il Prefetto ne disponga immediatamente la chiusura perché contraria alla legge e all’ordine pubblico”.
Un attacco illiberale per vietare l’informazione. Gli Italiani devono ignorare. Il potere ha paura che gli Italiani si informino e ragionino con la propria testa.
L’organizzazione di “Wish for a baby” spiega che l’evento fornisce una piattaforma informativa per rendere le persone consapevoli delle possibilità di diventare genitori e per divulgare “i diversi approcci per aumentare la fertilità, compresi i metodi di trattamento disponibili sia a livello locale che in tutto il mondo“.
Ma il tema della genitorialità alternativa mette a nudo la mancanza di una cultura liberale nel nostro paese. Una persistente pulsione reazionaria di matrice cattolica serpeggia da destra a sinistra, inducendo una fetta dei rappresentati politici italiani a stendere un velo oscurantista sulla realtà.
È una caccia alle streghe che non si era vista finora su nessun tema: non si vuole semplicemente vietare un approccio tecnico-scientifico alla genitorialità alternativa, e del resto la gestazione per altri è già vietata dalla legge 40, che nel 2004 fu letteralmente dettata dal Vaticano al legislatore italiano. C’è di più.
Siamo davanti a un salto in avanti verso la censura di informazione. Un tentativo di fare in modo che gli Italiani non entrino minimamente in contatto con la realtà. Relegati in una bolla di ignoranza. L’assunto è che gli Italiani non siano forse in grado di intendere? Perché vietare l’informazione? Difendere i propri valori è legittimo, vietare che qualcuno possa avere gli strumenti per dissentire è anti-democratico.
E infatti. Nel silenzio di un clima censorio, si sta consumando un attacco vero e proprio alla democrazia liberale. Qualcosa di vicino alla Polonia di Duda e all’Ungheria di Orbàn. Il tentativo di fare dell’Italia un paese in cui lo Stato decide cosa devi e cosa non devi sapere. Più vicini alla Cina, che agli Stati Uniti. In perfetta sintonia con la Russia di Putin, e piuttosto distanti dalla democrazia liberale britannica.
L’Italia non solo vieta già a molte coppie di diventare genitori con approcci alternativi. Una certa politica vuole vietare che queste coppie si informino su quali siano le opzioni all’estero, quali le tecniche, le garanzie di reciprocità, i diritti e i doveri.
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La spinta reazionaria per oscurare un evento di informazione contagia anche la sinistra. La capogruppo di Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella, ha presentato un’interrogazione sull’evento milanese “Wish for a baby” al ministro della Salute Schillaci, e ha definito la due giorni milanesi “una grave offesa alle donne“.
L’attacco della destra nazionale trova sponda anche nella sinistra locale milanese. Roberta Osculati, consigliera comunale del Partito Democratico e vicepresidente del consiglio comunale di Milano, insieme alla vicecapogruppo della Lega Deborah Giovanati, ha depositato un ordine del giorno per chiedere al Sindaco Sala di fare chiarezza sulla manifestazione “Wish for a baby” di Milano. La richiesta della consigliera Osculati è fissata per il 17 Maggio, Giornata contro l’omobitransfobia. Secondo l’inedita e occasionale alleanza milanese PD-Lega, è necessario che “la Questura e le forze dell’ordine impediscano la manifestazione“.
Ma nella giunta Sala non c’è compattezza sull’ordine del giorno oscurantista a firma Osculati/Giovanati. Michele Albiani, consigliere PD e Presidente Commissione Sicurezza e Coesione Sociale, attivista LGBTQIA+, fa notare che l’odg è stato inserito proprio “nello stesso giorno della Giornata Mondiale contro l’Omolesbobitransfobia, con il rischio di alimentare ulteriormente narrazioni tossiche e dannose”. Albiani prende le distanze dall’iniziativa della sua collega di partito: “Ritengo opportuno fare presente che io, sicuramente, non voterò favorevolmente“.
Lo scorso Aprile Elly Schlein si è detta favorevole alla gestazione per altri: “Ho sempre espresso di essere favorevole alla gestazione per altri, ma non abbiamo inserito questo tema nel programma della mozione in cui ci sono diverse sensibilità. Per questo stimolo un confronto nel partito” ha detto Schlein.
L’evento milanese Wish for a Baby consentirà, a chi lo desidera, di incontrare i principali player globali della fertilità, informarsi e maturare una propria libera opinione. Si chiama democrazia liberale: ognuno ha diritto all’informazione che consente di prendere decisioni individuali consapevoli. La libertà di coscienza presuppone strumenti con i quali formare la propria coscienza. A meno di non aspirare a diventare Russia o Cina.
Foto di Xavi Cabrera su Unsplash
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