Se in Italia è poco conosciuta, Brandi Carlile, 37enne rocker statunitense, nella notte ha vinto ben 3 Grammy, Oscar della musica a stelle e strisce.
Sul red carpet, al suo fianco e a baciarla con amore, Catherine Shepherd, che è ufficialmente sua moglie dal 2012. La Carlile, che ha vinto premi grazie al brano “The Joke” e al disco “By The Way I Forgive You”, è salita sul palco stupefatta, dandosi con gioia della ‘ disadattata’ nel corso dell’immancabile discorso di ringraziamento, in cui ha parlato apertamente della propria omosessualità.
“Ho fatto coming out a 15 anni, quando ero al liceo, e posso assicurarvi che non sono mai stata invitata a nessuna festa. Non ho mai potuto frequentare un ballo. Essere abbracciati da questa comunità tanto amorevole è stato come il ballo di una vita. Grazie per essere la mia isola”.
⠀Sul tappeto rosso, invece, Brandi ha così proseguito, via Variety: “Non credo di essermi mai sentita così bene nella vita. Queste nomination hanno cambiato la mia vita, hanno cambiato la mia visibilità e la capacità di rappresentare la mia comunità in un modo che non dimenticherò mai. Ci sono ragazze da qualche parte, specialmente ragazze lesbiche, a cui sarà permesso fare tardi stanotte, e questo è pazzesco”.
Prima dell’evento della notte, Carlile aveva denunciato le difficoltà riscontrate nel trovare un vestito per i Grammy: “Gli stilisti non mandano vestiti alla lesbica che vuole vestirsi come Freddie Mercury ed Elton John”. Sarah Kate Ellis, presidente e CEO di GLAAD, si è complimentata per i tanti trionfi LGBT agli Oscar della musica. “Donne LGBTQ come Brandi Carlile, Janelle Monae, St. Vincent (1 Grammy vinto) e Lady Gaga (3 Grammy vinti) sono state protagoniste stasera ai Grammy Awards in un modo senza precedenti e stimolante”. “I vincitori di quest’anno non solo intrattengono le masse con i propri talenti, ma usano anche l’arte per educare le masse ed educare i giovani queer del mondo. La Recording Academy si sta impegnando a includere artisti di ogni tipo, e i premi di stasera dovrebbero essere un segnale per l’intera industria musicale, affinché critica e pubblico celebrino allo stesso modo i musicisti LGBTQ. “
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