Gucci porta in passerella un mondo controverso, fatto di cyborg, figure futuristiche, allegoria e un tocco di inquietudine.
Nel bel mezzo di una sala operatoria, Gucci sforna figure a tre occhi, moderni Frankestein e porta in passerella teste mozzate e cuccioli di draghi. Il mondo immaginato da Alessandro Michele è mistico, surreale, controverso, a tratti inquietante. Creature paradossali al limite della realtà indossano il famoso No Gender dello stilista che ha rivoluzionato la casa di moda fiorentina, passata da un fatturato quasi disastroso a vero e proprio motore performante di Kering. Michele, che si ispira a simboli alchemici e magici, mescola finzione e realtà: sono i fatti attuali a dare un plus alle collezioni; corruzione, guerre e cronaca quotidiana fanno si che la moda segua il tempo, lanciando provocazioni sottili ma forti. Così nella sala asettica che fa da passerella compaiono passamontagna da guerrigliero, turbanti dei Sikh, che hano scatenato già una grande polemica su Twitter.
«Il mio è un lavoro chirurgico, nel quale la testa segue un piano dalla chiarezza scientifica anche se il risultato può apparire rutilante e barocco»
La scelta della sala operatoria non è casuale «Il mio è un lavoro chirurgico, nel quale la testa segue un piano dalla chiarezza scientifica anche se il risultato può apparire rutilante e barocco» racconta Michele. La collezione diventa così un mezzo di lotta ed espressione; non un mero vezzo estetico per apparire, ma l’esternazione di un sentimento che può essere di disagio o confronto, tramite la quale scatenare argomenti di discussione.
Le luci da chirurgo illuminato l’incarnato pallido dei modelli che si muovono sulle note di “Stabat Mater”, inno cattolico medievale alla Vergine Maria, indossando capi che sembrano usciti dal set di un film storico o da una rievocazione, ma niente di tutto ciò; tuniche dal retrogusto sacerdotale in velluto nero tempestato di cristalli; modelli che esibiscono le proprie teste mozzate fieramente e cristalli a catena, completi atemporali e lettere NY che appaiono ovunque e che sembra saranno il nuovo trend da seguire; per le signore vestiti dal retrogusto vintage reinterpretati in stile street, stampe flora e gonne scozzesi.
Teste mozzate, cristalli e copricapo eclettici, ecco la moda secondo Alessandro Michele
Eclettici i copricapo, dalla pagoda alle preziose calotte realizzate con pietre preziose. Il velo sul capo, di ispirazione religiosa, diventa logato, e si indossa come un cappello; giovani uomini aristocratici indossano completi due pezzi in tweed; maglioni tirati fuori dall’armadio del nonno e micro shorts abbinati a maglioni con stampe di cartoni animati. A coprire parte degli outfit delle “cappe” zippate trasparenti con logo Gucci che ricordano i camici ospedalieri. Il risultato dell’esperimento, che sicuramente risulterà riuscitissimo al prossimo bilancio aziendale, è una creatura paradossale; provocatoria, ambigua, che impersona identità multiple e rifugge dalle etichette categoriali; in un mix and match controverso che racconta la società odierna in modo autentico. Intanto le teste mozzate in passerella hanno dato vita ad una vera e propria “Gucci Challenge” che ha ispirato personalità della moda e dello spettacolo a riprova del successo della sfilata.
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