Il 27 giugno 2021 la comunità LGBTQ+ ha invaso le strade di New York City.
Per prima si è tenuta la marcia ufficiale del New York City Pride, lungo 5th Avenue, e in diretta televisiva su ABC News. Lo svolgimento in persona della parata non era stata annunciato e ha visto pochi partecipanti, sia tra i carri (che erano la maggior parte vuoti), sia tra le fila degli spettatori.
Alla parata ha partecipato anche Chuck Schumer, il leader dei democratici al Senato. “Niente, nemmeno il Covid, fermerà la marcia per la giustizia e l’uguaglianza”, ha detto Schumer durante la conferenza stampa. E continua: “Vi voglio assicurare che guideremo la lotta in Senato per approvare l’Equality Act“.
Tra i Grand Marshals dell’evento compaiono Ceyenne Doroshow, fondatrice di G.L.I.T.S., una organizzazione con sede a Brooklyn che fornisce assistenza alle donne transgender di colore, e Demetre Daskalakis, direttore del centro di prevenzione contro l’HIV/AIDS della CDC, l’agenzia federale americana per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Una volta terminata la sfilata del NYC Pride, la folla si è diretta verso Bryant Park, dove alle ore 3PM è cominciata la Queer Liberation March, la ‘contro sfilata’ della comunità LGBTQ+, organizzata da Reclame Pride Coalition. L’organizzazione è nata in antitesi al NYC Pride per sfidarne la commercializzazione, con l’obiettivo di tornare allo spirito originario della rivolta di Stonewall.
“La marcia annuale del Pride di New York si è trasformata in un circo di 7, poi 9, poi 12 ore. Traboccante di carri aziendali e al servizio del profitto delle aziende, la Pride Parade è diventata un nuovo simbolo di gay a pagamento. L’imposizione di barricate lungo il percorso della parata separa i partecipanti dal pubblico, trasformando la Pride March in un luogo di intrattenimento invece di una vera espressione della nostra eredità culturale”, dice l’organizzazione nel suo sito.
Il corteo di Queer Liberation March ha sfilato lungo la 7th Avenue, partendo da Bryant Park, per poi fermarsi a Washington Square Park. La manifestazione ha radunato diverse organizzazioni no-profit impegnate su diversi fronti. Era presente “Gay against guns”, un’organizzazione che denuncia le vittime delle sparatorie e si batte per fermare l’industria delle armi da fuoco. Ma anche un’associazione in difesa dei bambini transgender e un’altra a sostegno della liberazione della Palestina dall’occupazione israeliana. In testa al post la nostra gallery esclusiva.
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Decisamente meglio la Queer Liberation March, lì c'è il vero spirito del Pride originario!