Per voce del presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, il cardinale Renato Raffaele Martino, il Vaticano torna sulla questione del preservativo sostenendo la tesi pericolosa secondo cui l’uso del preservativo per proteggersi dall’Aids e dalle altre malattie sessualmente trasmissibili sarebbe inutile.
«Sappiamo bene – ha detto il religioso – che quello del preservativo non è un rimedio tuttofare, perché anche quello non è al cento per cento sicuro nella prevenzione. Ma soprattutto – ha aggiunto – occorre l’educazione a un uso responsabile della sessualità, a una paternità e maternità responsabili. Quando uno è motivato moralmente allora evita tante cose, come abbiamo sempre predicato».
«In Africa – ha poi precisato il segretario del Pontificio consiglio, monsignor Giampaolo Crepaldi – manca tutto ma non i preservativi: il problema è l’esercizio della sessualità, che non va staccato dalla persona, non è un atto meccanico, ma deve essere un’esperienza totale. La grande sfida – ha concluso – è sviluppare la persona in tutti i suoi elementi».
L’intervento sull’uso del preservativo è avvenuto a margine di una conferenza stampa per precisare la posizione della Chiesa sulla depenalizzazione dell’omosessualità in sede ONU. Il presidente della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi ha ribadito la contrarietà della Santa Sede verso l’iniziativa francese pur precisando che la causa della controversia è quello per cui "Si vorrebbe che la Santa Sede mettesse sullo stesso piano le coppie gay e quelle eterosessuali, posso assicurarvi che questo non accadrà", ha affermato il prelato.
Secondo padre Lombardi, comunque, «il documento della Francia non è stato ancora presentato e dunque bisogna chiarire di che cosa si tratta, perché nessuno ha pubblicato ufficialmente un testo. Per questo – ha aggiunto – non è il caso di costruire polemiche su un oggetto che non è chiaro».
La posizione di padre Lombardi è stata accolta con entusiasmo da Arcigay. Secondo il presidente Aurelio Mancuso saremmo di fonrte addirittura ad una "clamorosa storica retromarcia" del Vaticano a favore dell’abolizione del reato di omosessualità. «Il Vaticano naturalmente -conclude Mancuso- non rinuncia alla sua solita litania contro i diritti civili, e a proporre una odiosa classifica dei diritti umani e di libertà, ma questo è il compito che questo papato, che ci vedrà sempre fieri e determinati avversari, soprattutto nella difesa strenua della laicità dello Stato. La sostanza è una sola: tanti piccoli David, hanno abbattuto ancora una volta il Golia dell’odio e della discriminazione!».
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