Irma Testa, prima pugilessa italiana a partecipare a un’Olimpiade – Rio de Janeiro 2012 – e prima pugilessa italiana a vincere una medaglia di bronzo – Tokyo 2020 – ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, nella quale ha confidato di aver impiegato dieci anni a fare coming out, perché nello sport gay e lesbiche sono ancora tabù. Qui l’intervista su Corriere.it.
Già nell’intervista del oming out, l’atleta italiana aveva sottolineato quanto sia importante nello sport fare coming out, “perché ai campioni si chiede di essere perfetti e per molti l’omosessualità è un’imperfezione” aveva detto a Vanity Fair.
Nell’intervista al Corriere, Irma ha parlato del Natale in famiglia, a Torre Annunziata (NA), e di amore per la boxe, sport che ha iniziato a seguire sulle orme di sua sorella Lucia.
In riferimento alla propria omosessualità e alla propria condizione di donna e pugilessa, Irma Testa si confida. Racconta di ricevere molti messaggi da ragazze che si sono avvicinate al pugilato, confida che saper tirare pugni non è mai stato qualcosa di cui avesse bisogno fuori dal ring. Si dice amaramente stupita del fatto che il proprio coming out abbia fatto scalpore.
Alla domanda specifica su quali siano state le reazioni dopo il suo coming out, Irma ha raccontato al Corriere qualcosa che qui a Gay.it vogliamo sottolineare:
Ai tempi in cui era uscita la notizia, dicevano: “Tanto siete in via d’estinzione”. “Lo sport era l’unica cosa rimasta sacra, siete entrate voi e lo state rovinando”. Cose molto brutte.
A proposito degli insulti ricevuti via social network, Irma Testa si è detta preoccupata soprattutto per le persone fragili.
Un conto sono le offese contro di me, che ho una corazza molto forte, un conto vengono rivolte a giovani o persone fragili. (…) Non sappiamo come possono reagire bambini, ragazzi, davanti a questo genere di vessazioni online.
Infine, parlando del mondo dello sport e di quanto sia difficile per atletə che vogliano venire allo scoperto rispetto al proprio orientamento sessuale e/o identità di genere, Irma scaglia un fendente da togliere il fiato.
Se dopo dieci anni ho deciso di farlo soltanto ora è perché nello sport è ancora un tabù. Vengono ancora criticati calciatori, atleti e atlete che dichiarano di essere gay o lesbiche. Nello sport è un tema ancora intoccabile, secondo me invece è un ambiente come tutti gli altri.
In conclusione Irma denuncia che gli atleti tendono a prendere troppo poco posizione sui temi dei diritti civili.
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L’intervista del Corriere della Sera a Irma Testa >
L’intervista di Vanity Fair a Irma Testa >
(gf)
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