Johnnie Moore è un reverendo di 36 anni, leader evangelico americano nonché attuale commissario per la Commissione degli Stati Uniti sulla libertà religiosa internazionale. Omofobo conclamato, Moore ha in passato definito l’omosessualità “un’epidemia”. Nel 2008, quando Katy Perry sbancava le radio con “I Kissed A Girl”, firmò un editoriale di proprio pugno sostenendo come i ‘magnati dei media’ stessero cercando di “alterare il sano sviluppo dei bambini della nostra nazione”, diffondendo il brano della popstar.
Ebbene tale reverendo è stato incredibilmente invitato da Donald Trump ad un Panel delle Nazioni Unite per la depenalizzazione dell’omosessualità in tutto il mondo. Un omofobo al tavolo in cui si cerca di contrastare l’omofobia. Sembra un’infelice barzelletta che non fa ridere, ma è tutto tristemente reale.
“Stiamo affrontando l’ascesa della generazione più omosessualmente amichevole della storia”, ha scritto in passato Moore. “Anche la sperimentazione omosessuale è un’epidemia. Questo è il frutto di anni di marketing che hanno letteralmente alterato le visioni del mondo, degli 80 milioni di millenni della nostra nazione “.
Secondo la GLAAD, Moore ha firmato una lettera chiedendo al Congresso degli Stati Uniti d’America di intervenire per costringere il D.C. a smettere di rilasciare licenze di matrimonio a coppie dello stesso sesso.
Cosa ci facesse costui ad una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dal titolo “Decriminalizzazione dell’omosessualità in solidarietà con le persone LGBTQ”, non è chiaro. Solo Trump poteva riuscire in simile follia. All’incontro, a cui hanno partecipato l’ambasciatore degli Stati Uniti presso l’N. Kelly Knight Craft e l’ambasciatore degli Stati Uniti in Germania Richard Grenell, sono stati letti i nomi dei Paesi che ancora oggi vietano l’omosessualità.
Recentemente Moore ha partecipato con orgoglio a un panel evangelico in cui ha affermato di aver consigliato al presidente USA di emettere il famigerato e discusso divieto militare contro le persone transgender. Eppure all’ONU, ha sottolineato come “abbiamo bisogno che i leader religiosi si alzino e dicano: “Questa non è solo una cattiva legge che deve essere cambiata, ma è una sfida alla dignità umana di un individuo”, criticando i Paesi dichiaratamente omofobi che criminalizzano l’omosessualità. Un insensato cortocircuito che puzza di autentica presa in giro.
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