Lapo Elkann si schiera senza mezzi termini, come d’abitudine, e dice la sua nel dibattito infuocato sul DDL Zan.
Il creativo e per certi versi controverso imprenditore, filantropo (nel 2016 ha aperto la fondazione Laps per operare nel sociale, come leggerete nell’intervista) della dinastìa Agnelli, ha accettato di parlare con Gay.it proprio in considerazione dell’importantissima ricorrenza del 17 Maggio, la Giornata Mondiale contro l’Omofobia.
Un tema, come vedremo, che ritiene cruciale affrontare al più presto perchè strettamente connesso ad un un paese libero, democratico, in grado di sviluppare il suo potenziale.
Ecco cosa ci ha detto.
Il 17 maggio si celebra in tutto il mondo la giornata internazionale contro l’omotransfobia. In Italia assistiamo ancora oggi ad una guerriglia parlamentare su una legge che finalmente contrasti l’omotransfobia. Che idea ti sei fatto a riguardo?
Mi rattrista davvero vedere mancanza di unione su temi così importanti, sui quali mi piacerebbe, invece, una totale unità di intenti. Non ci si può certo dividere su valori che attengono alla dignità e ai diritti umani.
È realmente democratico secondo me soltanto quel paese in cui tutti i suoi cittadini avvertano di essere veramente liberi e per questo motivo, fin quando c’è un solo individuo che non si sente libero di esprimere sè stesso e/o il proprio pensiero bisogna dargli il totale e pieno supporto.Ho letto che alcuni considerano i temi del ddl Zan divisivi, onestamente non riesco a capire come ci si possa dividere nel prevenire e contrastare ulteriormente la discriminazione e la violenza. È doveroso difendere la libertà senza se e senza ma, sempre e a qualunque costo.
La cosa ulteriormente grave è che spesso queste divisioni diventano, per coloro che spargono odio e calpestano diritti umani nella vita reale o sui social, fonte di giustificazione. Io sogno un Paese in cui prevale il rispetto totale per gli individui in quanto essere umani a prescindere dal sesso, dalla religione, dall’orientamento sessuale, dal colore della pelle o dalle disabilità e che con fermezza affermi l’esigenza di condannare ogni forma di discriminazione. Mi auguro, quindi, che in tempi brevi si possa arrivare all’approvazione del ddl Zan, visto che i casi di discriminazione purtroppo sono sempre elevati.
Nelle ultime settimane cantanti, attori, scrittori, conduttori, personaggi dello spettacolo si sono esposti per sostenere pubblicamente il DDL Zan. Alcuni altri mondi sono invece sembrati più freddi. Secondo lei perché?
Sono contento che in molti si siano schierati a favore di una legge che punisce chi offende. Per capire la necessità di questa legge basta osservare la realtà. Si assiste costantemente a forme di discriminazione sia nella vita quotidiana sia sui social, dove prevale spesso la cultura dell’offesa. Non spetta a me giudicare coloro i quali hanno preferito non manifestare pubblicamente la propria opinione. La cosa davvero importante è mettere in campo comportamenti concreti che testimoniano la contrarietà a ogni forma di omofobia, di discriminazione e di violenza. Tutti insieme dobbiamo abbracciare una sola cultura, quella dell’Amore, rifiutando ogni forma di odio e discriminazione. Ho sempre manifestato pubblicamente il mio supporto alla cultura della diversità e nel mio mondo, quello della creatività, la diversità rappresenta il valore massimo: solo l’insieme di pensieri “diversi” porta a idee straordinarie. Questo avviene anche nel mondo della moda e del lusso. Ci sono “mondi” più energici di altri nel manifestare l’urgenza di una normativa che rafforzi il contrasto alla violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità, altri, purtroppo, invece sono più silenti. Ma, ripeto, c’è una cosa più importante delle parole: i fatti.
Potendo dare un consiglio a chi fatica a dichiarare la propria omosessualità all’esterno cosa gli diresti?
La sfera privata di ogni individuo deve essere rispettata. Spesso dietro alla difficoltà di condividere la propria sfera sessuale ci sono retaggi culturali. La cosa importante è garantire a tutti la libertà di essere se stessi e di manifestare il proprio essere, condannando ogni forma di razzismo e discriminazione. Il mio consiglio è sempre quello di essere se stessi, togliendosi addosso la paura del giudizio esterno. Mi rattrista e mi addolora leggere di casi di famiglie che allontanano i propri figli perché questi ultimi hanno dichiarato la propria omosessualità. Queste situazione vanno portate alla ribalta pubblica e le persone interessate vanno protette e supportate anche quando si spengono i riflettori dei media. Io sogno costantemente un modo senza pregiudizi in cui non si è soggetti al giudizio di nessuno e in cui ognuno viva possa vivere serenamente la propria vita senza dover giustificare a nessuno la propria sfera privata. Importante, come detto, è tutelare con decisione sempre la libertà degli individui e contrastare in modo deciso ogni forma di odio.
Laps è attivissima sul sociale e nel supporto alle cosiddette “minoranze”. Avete in programma qualcosa anche nei confronti della comunità LGBT?
Ho fondato LAPS nel 2016 per affermare il diritto alla felicità dei minori. Questo è il nostro focus. Nel 2020 abbiamo dato supporto alle famiglie colpite dalla crisi economica derivante dal COVID, allargando il tradizionale raggio di azione, perché abbiamo capito che per tutelare i minori dovevamo prenderci cura delle loro famiglie. Le nostre campagne avviate in Italia, Portogallo, Israele e Spagna hanno permesso di raccogliere 3,2 milioni di euro tra denaro e beni di prima necessità. In più, dai primi giorni della pandemia, ci siamo attivati per fornire mascherine, cibo e dispositivi di protezione da nord a sud, in Italia ma anche in Portogallo, Spagna e Israele. Oltre a questo,negli ultimi mesi abbiamo aperto una casa per i senza tetto a Madeira in Portogallo e lanciato diverse iniziative in Italia e all’estero. Sulle tematiche LGBT stiamo valutando alcuni progetti legati alla diversity per manifestare la vicinanza alla comunità e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di diffondere la cultura dell’Amore in tutte le sue forme e colori. Noi vogliamo essere a supporto di ogni individuo fragile, per questo uno dei prossimi passi sarà l’apertura di una casa LAPS in Italia per ospitare le donne che fuggono dalle violenze domestiche.
Nell’immagine di copertina Lapo Elkann indossa la mascherina arcobaleno in segno di vicinanza alla comunità LGBTQ+ per la campagna di raccolta fondi per l’emergenza Covid “Never Give Up”, del 2020.[ndr]
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