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Le Favolose, il documentario di Roberta Torre sulla storia trans* italiana punta la stagione dei grandi Festival

Un racconto che mescola repertorio e finzione: la libertà d’amare e le avventure di cinque trans protagoniste, amiche di una vita trascorsa con Porpora Marcasciano.

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Le Favolose, il documentario di Roberta Torre sulla storia trans* italiana punta la stagione dei grandi Festival - Porpora Marcasciano - Gay.it

Le Favolose, il documentario di Roberta Torre sulla storia trans* italiana punta la stagione dei grandi Festival - Le favolose 1 - Gay.it

25 anni fa Roberta Torre travolgeva il cinema italiano con Tano da Morire, folgorante esordio presentato al Festival di Venezia, dove ottenne il premio Luigi De Laurentiis per l’opera prima, e a seguire vincitore di due David di Donatello (miglior regista esordiente e migliore musicista a Nino D’Angelo), tre Nastri d’argento (miglior regista esordiente, migliore musica, migliore attrice non protagonista) e un Ciak d’oro per la migliore opera prima.

A 5 anni da Riccardo va all’inferno con Massimo Ranieri, Roberta Torre prepara l’atteso ritorno in sala grazie a Le favolose, progetto documentaristico da anni in lavorazione che ora punta con forza alla stagione dei Festival cinematografici. Cannes a maggio, Venezia a settembre e Torino a fine anno potrebbero accogliere sul red carpet le  favolose donne trans* protagoniste del documentario, trainato da Porpora Marcasciano, storica presidente del MIT e attualmente Presidente della Commissione Pari Opportunità del consiglio comunale di Bologna.

“Un racconto che mescola repertorio e finzione: la libertà d’amare e le avventure di cinque trans protagoniste, amiche di una vita trascorsa con Porpora Marcasciano, attivista e leader del movimento italiano transessuale, storie di trans/formazione che ripercorrono i favolosi anni settanta e ottanta. Anni attraversati da due mondi paralleli: il mondo favoloso in cui vivono le protagoniste e il mondo dei movimenti per i diritti civili che ha segnato un’epoca della Storia d’Italia, con le sue conquiste e contraddizioni”.

Questa la ‘sinossi ufficiale’ presentata dalla Film Commission Torino Piemonte, seguita da un’ancor più ricca anticipazione dell’Emilia Romagna Film Commission, entrata più a fondo sulla struttura del progetto.

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Il disconoscimento della propria identità resta per molte donne trans una seconda morte, quella della loro memoria. Le famiglie si vergognano e così funerale, cerimonia e tumulazione avvengono in gran segreto tra pochi intimi, frettolosamente manomesse nell’estetica, e Gianna diventa Gianni, Luciana Luciano, Francisca Francisco. In questo modo nessuno potrà più riconoscerle. Sulle lapidi viene stampato il loro nome da uomo, in un’identità che mai più sarà quella da loro scelta durante la loro la vita terrena. È quello che accade ad Antonia, sepolta con il suo nome di battesimo, Giampaolo, nell’indifferenza dei più.

Vent’anni dopo, il ritrovamento di una lettera spinge le sue migliori amiche, Porpora e Nicole, a organizzare un ritrovo della Memorabile Famiglia Reale, il gruppo di elette nella sconfinata costellazione trans, per rivivere un’intera giornata tutte assieme nell’appartamento storico, come facevano nei favolosi weekend di molti anni prima. Anche se all’inizio lo tengono nascosto, il vero lo scopo della riunione è quella di organizzare una seduta spiritica che permetta ad Antonia di ritornare temporaneamente sulla Terra. Solo così sarà possibile darle una degna sepoltura: un funerale gioioso, dove alle lacrime si sostituiscono le canzoni e alle preghiere le danze, e dove Antonia potrà finalmente tornare a indossare il suo abito verde. Una festa che sarà anche una rivincita per lei e per tutte quelle persone di cui non resta altro che vago ricordo, perdute, polverizzate nella nuda terra, sotto lapidi che non appartengono a nessuno.

“In una notte da mille e una notte dove i vivi si ritrovano per merito dei racconti e insieme evocano anche chi non c’è più, in una Spoon River ambientata durante un banchetto da ultima cena, Porpora Marcasciano ci accompagna in un mondo popolato di leggendarie trans che hanno dato vita, forma , scena e sceneggiatura a un’esperienza per molti versi più vicina alla dimensione spettacolare e performativa che a quella della vita reale, da cui erano del resto assolutamente escluse”.

A fine 2020 Roberta e Porpora avevano anticipato qualcosa sull’atteso documentario, come semplice ‘idea’ nato addirittura quasi 10 anni fa e ora finalmente diventato realtà. A seguire la loro lunga chiacchierata, in attesa di un trailer e di una data d’uscita ufficiale.

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