Lo scorso 17 Luglio Patrizia Mirigliani ha messo le cose in chiaro: niente donne trans* a Miss Italia. Il concorso ammetterà solo donne “che lo son fin dalla nascita”, ha sottolineato l’organizzatrice dell’evento, aggiugendo che (per carità) lei non ha nulla contro le persone transgender, ma questo è così dall’alba dei tempi e non possiamo inventarci “strategie assurde”.
A differenza dei concorsi internazionali (vedi la vittoria di Rikkie Valerie Kollé in Olanda), nel 2023 Miss Italia rimarca non solo la propria natura anacronistica, ma anche un po’ di sana transfobia per mantenere salda la tradizione.
Così la comunità ha agito d’astuzia: Federico Barbarossa, ragazzo transgender si è iscritto a Miss Italia col proprio deadname, attenendosi (letteralmente) al regolamento che vuole solo concorrenti “assegnate femmine alla nascita“.
Barbarossa ha dato il via alla risposta collettiva, con una valanga di persone transgender e non binarie che si sono iscritte in massa al concorso, mandando in tilt il sistema.
Un gesto di scherno per dimostrare che il genere è solo un costrutto sociale da smontare e ribaltare, mettendo una mano sul cuore di Mirigliani e la sua vetusta manifestazione.
Come ha fatto Marte Pezzatini, attore transgender e drag king, che si è presentato al casting di Roma indossando make up, fascia su scritto ‘Miss Gendering‘ sopra il body, tacchi alti e peli sulle gambe.
Alla giuria ha regalato dei volantini con su scritto ‘w la pace nel mondo’ e ‘attenzione la transfobia imbruttisce, l’inclusività è antiossidante‘ dedicati “amorevolmente a Patty Mirigliani”: “Se voi pensate che il vostro parlare di biologia sia giusto, vi fa passare solo come un branco di scemi” ha dichiarato Marte durante i casting, evidenziando che la biologia non prevede solo uomo o donna, ma uno spectrum molto più ampio che va ben oltre ‘maschio’ o ‘femmina’.
In quel quarto d’ora, la sala casting che ha rimbalzato ogni responsabilità a Mirigliani, dichiarando di non avere nessun potere sul regolamento: “Ma se voi interni non avete potere, figuratevi noi” ha risposto Pezzatini “Se non cambiate il regolamento, noi continueremo ad intralciarvi il lavoro e farvi perdere tempo“.
Come spiega Gianleone Orvieto, attivista e militante transgender, è ovvio che la liberazione transgender non avverrà attraverso l’iscrizione a Miss Italia. Ma quel regolamento – stantio e fuori tempo massimo – riflette un’invisibilizzazione sistemica che ricade ogni giorno su un’ampia parte della comunità: “In Italia, una volta rettificati i documenti e quindi la lettera M o F, smetti ddi esistere con la lettera che ti era stata assegnata alla nascita. Ma il tuo corpo no, questo si ripercuote ad esempio a livello sanitario“ spiega Orvieto “Quando questo succede in un concorso frivolo come Miss Italia, ridiamo del fatto che uomini trans possono parteciparvi, ma quando questo lede il diritto alla salute diventa una questione più seria. Miss Italia è solo un pretesto per mostrare quanto le persone trans* siano invisibilizzate dal sistema binario e cisgender”.
Per alcune femministe (cisgender) le donne transgender non dovrebbero nemmeno preoccuparsi di partecipare ad un concorso come Miss Italia, perché non solo transfobico, ma anche patriarcale, classista, e grassofobico dagli antipodi – ma Orvieto sottolinea che l’autodeterminazione non è uguale per tuttə: “C’è una tendenza a una universalizzazione egemonica degli standard, ma contestualizzare le lotte è alla base dell’approccio intersezionale” spiega a Gay.it “Non si può applicare lo stesso standard per persone cisgender e transgender, semplicemente perché le seconde passano per violenza istituzionale e sociale per il solo fatto di vuole affermare il proprio genere, che per le prime è invece scontato”.
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Per quanto presumo sia stato fatto per provocazione nulla... si potrebbe farlo davvero Mr. Italia Trans se i numeri sono buoni. Mi pare il bodybuilding ha già una sezione.