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Lia Thomas nella storia: prima nuotatrice trans a vincere alla NCAA

In barba ai detrattori, la nuotatrice continua a macinare record su record.

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Lia Thomas nella storia: prima nuotatrice trans a vincere alla NCAA
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Lia Thomas ha infranto un nuovo record, entrando nella storia dello sport: alla finale dell’American University League, è arrivata prima nuotando nel freestyle di 500 metri, nel giro di quattro minuti e 33.24 secondi – battendo Emma Weyant, vincitrice della medaglia d’argento la scorsa estate – diventando la seconda nuotatrice transgender nella storia della NCAA a vincere il campionato (tre anni prima era toccato all’atleta Hurdler Cece Tefler).

Una vittoria che ha colto di sorpresa la stessa Thomas: “Non avevo alcuna aspettativa per questa gara” dichiara l’atleta per The Guardian: “Ero solo felice di essere qui e gareggiare nella maniera migliore. Essere qui, insieme a due mie care amiche e colleghe e aver modo di competere con loro, significa tutto per me”.

Secondo le previsioni, Thomas è una papabile vincitrice ai freestyle di 200 e 100 metri del prossimo weekend. L’atleta continua a macinare record su record, senza risparmiarsi una vergognosa serie di controversie a sfondo transfobico: fuori il McAuley Center, più di 20 manifestanti hanno protestato contro la presenza di Thomas, chiedendo di “salvare le donne nello sport”. Ma l’atleta non si è lasciata intimidire: “Cerco di ignorare certi commenti il più possibile“. ha detto alla ESPN: “Cerco di concentrarmi su come nuoto, e di cosa ho bisogno per prepararmi alle gare. E allontanare tutto il resto.”

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Lia Thomas è la seconda nuotatrice transgender a vincere il campionato della NCAA, dopo Cece Tefler tre anni fa.

Salendo sul podio, Thomas ha mostrato un segno di pace: “È segno della resilienza di Thomas” ha commentato Schuyler Bailar, primo nuotatore transgender a competere nella categoria maschile presso Harvard: “Il fatto che lei è in grado di resistere qui, nonostante le proteste di fuori, e le persone che le fischiano, penso sia un testamento della sua resilienza. Ed è anche un simbolo per dirci che possiamo tutt essere noi stess* e fare quello che amiamo“.

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