Dietrofront della Regione Lombardia sul Milano Pride, che non avrà il patrocinio del Pirellone.
Qualche giorno fa il Consiglio Regionale aveva approvato, con voto segreto, la mozione del Movimento Cinque Stelle a prima firma Simone Verni: ‘Illuminazione della facciata di palazzo Pirelli e partecipazione formale al Milano Pride del 2 luglio 2022’.
La mozione prevedeva l’impegno per il Presidente Fontana, o il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, o un loro delegato, a partecipare al Pride, indossando la fascia istituzionale. La mozione prevedeva anche l’illuminazione di palazzo Pirelli, storica ex-sede della Regione Lombardia, a illuminare la propria facciata con i colori arcobaleno della bandiera LGBTQIA+.
Nulla di tutto questo. Arcigay ha fatto sapere che la richiesta di patrocinio, accettata dal Comune e dalla Città Metropolitana (a guida centro-sinistra), è stata respinta dalla Regione (a guida centro-destra, trazione leghista.
“Quanto fatto dalla Regione – ha detto il presidente di CIG Arcigay Milano Fabio Pellegatta – si inserisce nel solco di quello che abbiamo visto negli ultimi anni, nonostante quello che succede in Italia in termini di discriminazioni”. La Regione Lombardia infatti, da quasi trent’anni guidata dal centro-destra, ha sempre negato il patrocinio al Milano Pride.
Duro e senza sconti il commento del consigliere regionale della Lega Alex Galizzi, secondo il quale la Giunta lombarda ha “riportato l’ordine”. Quindi Galizzi ha citato l’episodio di Cremona “Se dobbiamo replicare le oscene ostentazioni di Cremona, dove una statua della Madonna è stata vilipesa, è bene riportare ordine e così la Giunta ha fatto”. Galizzi ha quindi commentato il precedente voto segreto alla mozione, voto approvato dal Consiglio regionale lo scorso 14 Giugno, che per il leghista è stato “un errore madornale che finisce per confondere gli elettori e dare uno spaccato falsato di quello che rappresentano simili iniziative”. Il delirio oltranzista di Galizzi continua, secondo il Corriere della Sera Galizzi ha detto che “il Pride si fa portavoce della teoria gender nelle scuole e ai danni dei più piccoli, degli asterischi nella grammatica, dei bagni neutrali, della carriera alias, nonché dell’adozione di bambini per persone dello stesso sesso e, cosa ancora più grave, della vergognosa pratica dell’utero in affitto”.
Le teorie gender non esistono, quello a chi allude il consigliere Galizzi è una vaga e paranoica allusione ai gender studies, che promuovono la libera espressione di una persona svincolata dal sesso biologico.
“La demagogia e l’intolleranza di questa classe politica non hanno limiti” ha attaccato Simone Verni, consigliere regionale del M5s e primo firmatario della mozione di qualche giorno fa che “aveva rappresentato un segnale, una speranza di un futuro fatto di maggiori diritti, più tollerante ed inclusivo, e invece la Giunta Regionale, negando il patrocinio al Pride – ha aggiunto Verni – ha voluto affrettarsi a riportare l’ordine vigente in modalità medioevo”.
Ci sarà invece il primo cittadino Beppe Sala, che sarà presente al Milano Pride. “Date le temperatura molto alte (sono previsti 37 gradi) – ha spiegato a Gay.it una fonte interna al comitato Milano Pride – è possibile che il sindaco sia presente alla partenza del corteo da Piazza della Repubblica alle 15 e poi scelga di parlare dal palco dell’Arco della Pace dove dalle 18 è previsto il raduno finale, con i discorsi di associazioni, politici e attivisti, nonché lo show finale fino a mezzanotte”.
Il Milano Pride sarà 2 Luglio, dopo essere stato spostato per far posto al weekend dei 40 anni di Radio Deejay. Polemiche ieri per il tram arcobaleno, voluto da ATM, CIG Arcigay e dalla Giunta di Beppe Sala, perché non accessibile alle persone con disabilità motorie.
Appuntamento Sabato 2 Luglio dalle ore 15 in Piazza della Repubblica per il Milano Pride.
(gf)
foto di copertina: in alto a sinistra Alex Galizzi, Lega (foto IG), in basso a sinistra Attilio Fontana Presidente Regione Lombardia (foto IG), a destra Beppe Sala, sindaco di Milano (foto IG).
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