Tuttə innamorat del tram arcobaleno che ATM (Azienda Trasporti Milanesi), il CIG Arcigay di Milano e l’amministrazione della città hanno voluto nell’ambito delle celebrazioni del Pride Month. Ma c’è un problema: il tram è completamente inaccessibile a tutte le persone disabili e con disabilità motoria.
La denuncia arriva da Sofia Righetti, filosofa, attivista per i diritti delle persone disabili, che in un lungo post Instagram spiega:
“Quello che dovrebbe essere l’emblema dell’orgoglio della diversità è diventato l’ennesimo simbolo dell’esclusione, dell’apartheid e della segregazione che continuano a subire i cittadini e le cittadine disabili nel 2022 nelle città impedendoci di muoverci, sia appartenenti alla comunità lgbtq+ che non (ebbene sì, tutte le persone disabili hanno un orientamento sessuale e un’identità di genere, e tantissime di noi sono gay, lesbiche, bi, trans, poliamorose, intersex, aroace).“
Un duro colpo all’immagine della campagna lanciata da ATM Milano in collaborazione con CIG Arcigay, nella quale si cerca di informare i cittadini che usano i mezzi pubblici su orientamento sessuale, identità di genere e altre tematiche legate all’affermazione delle identità della comunità LGBTQIA+.
“E tu che ne sai” si chiama la campagna, e su metro, bus e tram della città meneghina in questi giorni si possono mirare affissioni in bianco e nero, sulle quali alcune pennellate di colore e dei messaggi arcobaleno pongono domande quali: COSA VOGLIONO DIRE LE LETTERE LGBTQIA+? Il cittadini è quindi invitato a inquadrare un QR code e collegarsi ai contenuti digitali della campagna stessa.
E tu che ne sai delle insormontabili montagne a cui è sottoposta una persona disabile?, verrebbe da chiedere agli ideatori della campagna.
“Il DDL Zan prevede come reato anche l’abilismo insieme all’omotransfobia – aggiunge l’attivista Righetti nel suo post – e la comunità queer e crip condivide la stessa matrice discriminatoria, a partire dal vietare l’esistenza negli spazi pubblici. Spazi che dobbiamo riprenderci, ma la scelta di usare un tram arcobaleno completamente inaccessibile, palesa come le persone disabili non siano mai prese in considerazione.”
Come è stato possibile che per un tram così in vista e destinato a diventare iconico – e dunque ad essere giustamente scrutato da tutti i punti di vista – non si sia pensato di aggiungere, oltre ai nobili messaggi arcobaleno, anche un messaggio di inclusione per le persone disabili?
Come nessuna persona LGBTQIA+ pensa che basti fare un tram arcobaleno per sconfiggere il clima di omobitransfobia che pervade la società e che soffoca le persone queer, così nessuna persona disabile pensa che sarebbe bastato rendere accessibile il tram arcobaleno per sconfiggere le barriere dei trasporti pubblici e della città di Milano. Ma in una campagna di comunicazione, è proprio sul messaggio che si lavora.
“Non c’è orgoglio se non c’è intersezionalità e inclusione di tutte le minoranze.” conclude Righetti. Come non essere d’accordo?
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