È una piccola e graziosa commedia autobiografica che mette di buon umore, Mamma + Mamma diretta dall’esordiente Karole di Tommaso. La regista racconta un’estate della sua vita, quando, innamoratissima della sua compagna Ali (Maria Roveran, perfetta nella sua solarità decisa), decise di avere un figlio con lei, imbarcandosi in dispendiose espatriate a Barcellona dove una clinica le avrebbe aiutate a realizzare il sogno supremo. Il problema è che i soldi mancano, il loro alloggetto diventato un bed & breakfast improvvisato non rende molto e c’è pure la presenza ingombrante ma a suo modo rassicurante di Andrea (Andrea Tagliaferri), ex di Ali, che convive con loro e non se ne vuole andare.
Karole (Linda Caridi. assai espressiva) ha così bisogno di ritrovare le sue radici nella famiglia al Sud, quella vera, Terra ‘madre’ e protettiva, tra ulivi secolari e gustoso cibo fritto – è la parte più appassionata del film – timorosa di scontrarsi con pregiudizi e offese, quando al contrario trova un fedelissimo sostenitore del progetto materno, l’anziano, adorato nonno.
Inframmezzata da curiosi inserti onirici che ravvivano la narrazione, Mamma + Mamma ha una sua freschezza che sa di sincerità e merita di essere vista.
“Quando ho deciso di realizzare Mamma + Mamma ero in vacanza a Fez, in Marocco, stesa sul letto di un riyāḍ – racconta la regista -. A dormirmi accanto c’era Ali, la mia ragazza. Ci frequentavamo da poco ma tra noi due l’amore è stato forte al punto da desiderare subito un figlio.
Ho iniziato a scrivere un diario sulle conseguenze della nostra scelta. Mi segnavo tutti i passaggi medici. Credo di aver trascritto anche tutti i numeri delle transazioni eseguite in quel periodo. Mi accorgevo di vivere in un paradosso. Desideravamo qualcosa di enorme, di costoso e io ero piccola e senza particolari risorse. Ma i sogni non si abbandonano mai, e quando stai per perderli sei costretto a inventarti qualcosa”.
“Volevamo un bambino – continua Karole di Tommaso – cosa ci importava di trasformare la casa in un B&B con l’obiettivo di avere i soldi necessari per le inseminazioni a Barcellona, e dormire nella stessa stanza con Andrea, l’ex fidanzato di Ali? Nulla. Eravamo tutti in cerca di stabilità, avevamo bisogno l’uno dell’altro. Quando noi tre ci siamo dati per la prima volta la buona notte nella stessa camera, mi è stato tutto chiaro. Avevo la possibilità di raccontare quello che scoprivo sulla maternità insieme a tutte le persone che se lo chiedevano con me. Di mescolare così la realtà e la finzione, fino a confonderle. Potevo rendere vero ciò che era falso, e falso ciò che invece era vero. Da qui l’idea di creare personaggi che potessero avere un continuo confronto con il loro reale vissuto. Andrea, per esempio, il vero Andrea, interpreta nel film se stesso. Ha accettato subito di mettersi in gioco. Forse non credeva che sarei arrivata fino in fondo, ma poi invece, nel film c’è lui”.
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Sì certo è una storia come ce ne possono essere altre sul tema. Ma perchè la presenza di un uomo? Rispetto l'autrice, è la sua storia, ce ne sono altre diverse e anche quelle in cui due donne possono sposarsi e vivere insieme anche senza volere figli, mi pare anche questo legittimo e mi pare anche questo sia amore!