La “Eurocentralasian Lesbian* Community” (ELC) non è soltanto una rete, ma rappresenta la voce di un movimento lesbico, femminista e intersezionale che si estende da un capo all’altro dell’Europa e dell’Asia Centrale.
Nata con l’obiettivo di promuovere i diritti delle lesbiche in vari contesti, da quelli politici e sociali a quelli giuridici e sanitari, l’ELC ha dimostrato nel tempo una resilienza e una determinazione senza pari.
Oggi, questa stessa determinazione si è tradotta in una serie di manifestazioni organizzate davanti alle ambasciate italiane in varie città europee.
Una protesta che nasce dalla solidarietà verso le mamme lesbiche italiane, colpite dalle recenti politiche del governo guidato da Giorgia Meloni, che negli scorsi mesi ha messo in atto una vera e propria persecuzione nei confronti delle famiglie arcobaleno.
L’ennesimo tentativo di negare riconoscimento giuridico, sociale e culturale a una comunità LGBTQIA+ sempre più additata come il “nemico”.
Le manifestazioni sono state programmate in modo da coinvolgere il più ampio numero possibile di persone, sia membri dell’EL*C sia simpatizzanti della causa.
Con slogan, cartelloni e discorsi appassionati, i partecipanti hanno cercato di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica europea su una questione che, pur avendo radici italiane, riguarda l’intera comunità europea e i valori di inclusività e diversità che essa rappresenta.
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“Noi siamo lesbiche, anche noi siamo madri”
In un accorato appello rivolto alla premier, la comunità esprime preoccupazione e disappunto per le decisioni del suo governo, criticando aspramente la strumentalizzazione della famiglia tradizionale da parte di Meloni.
L’accusa, quella di utilizzare una nozione escludente e restrittiva di maternità per colpire le mamme lesbiche e altre figure genitoriali al di fuori della definizione “canonica” di famiglia.
“Hai elevato la maternità a pilastro della tua campagna politica e posizionato la protezione della famiglia al cuore delle tue politiche. Ma non ci hai ingannato: sapevamo che utilizzavi l’idea di maternità per promuovere discriminazione e odio. Era chiaro che adoperavi un concetto esclusivo di maternità per colpire noi, le lesbiche e tutti i genitori che non corrispondono alla tua definizione ristretta. Ora è palese che avevamo visto giusto“
Parole che non vogliono suonare solo come un’accusa, ma anche come un richiamo alla comprensione, all’empatia e al rispetto dei diritti umani. La lettera sottolinea come le politiche attuali rischino di alienare e danneggiare una parte significativa della popolazione italiana.
Le manifestazioni: un successo crescente
Il 28 luglio, in sette diverse città europee – Nizza, Porto, Alicante, Marsiglia, Bruxelles, Parigi e Lisbona – si sono svolte manifestazioni che hanno visto una partecipazione massiccia.
Tantissime persone si sono riversate nelle strade, davanti alle ambasciate italiane, mostrando la loro solidarietà con le mamme lesbiche e in generale le famiglie arcobaleno italiane, manifestando contro le politiche restrittive del governo Meloni.
La risposta è stata travolgente e ha mostrato quanto sia sentito il tema delle libertà e dei diritti LGBTQIA+ in tutto il continente. Un meraviglioso coro che ha anche ribadito l’importanza della cooperazione e dell’unione tra cittadini europei nel promuovere e difendere i diritti umani.
Ma l’impegno non si ferma: è già stato annunciato che il 2 agosto ci saranno ulteriori proteste, questa volta a Londra, Lione, Dublino e Berlino. E, vista la determinazione dei promotori e l’enorme risposta del pubblico, non sorprenderebbe se altre città venissero aggiunte alla lista in breve tempo.
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