Sono Mara, ho 48 anni e ho iniziato il mio percorso transgender cinque anni fa.
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Mara, tu hai intrapreso il tuo percorso con una famiglia a carico. Come l’hanno presa?
La mia, oramai ex, moglie malissimo. Sin da subito ha chiesto il divorzio, coprendomi dei peggiori insulti. Io ti vorrei raccontare una storia tutta rose e fiori, ma la vita non è sempre così. E se c’è qualcun* che sta vivendo la mia stessa situazione, voglio che si senta meno sol*.
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Come si dice, meglio soli che male accompagnati…
E’ vero. Sono fatalista, doveva andare così. Quel che è peggio però è che lei ha provato a mettermi contro i nostri figli.
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Parlaci di loro.
Mara sorride quando pensa ai suoi figli.
Mio figlio grande ha quasi ventuno anni. Purtroppo non l’ha presa bene. Probabilmente ha influito molto l’astio di sua madre nei miei confronti. Capisco anche che per un ragazzo della sua età – allora frequentava il terzo liceo – un padre che decide di cambiare genere non è una cosa semplice da affrontare. Insomma, ero il suo modello maschile di riferimento. E di sicuro avrà avuto anche timore del giudizio dei compagni di classe, a quell’età i ragazzi possono essere terribilmente crudeli.
Mara ferma il suo racconto. Si commuove, poi riprende per dire che suo figlio non le rivolge più la parola.
Da anni ormai mi ha tagliato fuori dalla sua vita. Me ne sono andata di casa e non è mai venuto a trovarmi. Non vuole sentir parlare di me. All’inizio l’ho cercato tanto, poi ho capito che rischiavo di peggiorare le cose.
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Ma tu hai anche una figlia, una bella bimba…
Mara recupera il sorriso.
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E’ una ragazzina ormai! Quattordici anni, ma quando ho comunicato la mia decisione era una bimba.
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Con lei le cose sono diverse, è vero?
Sì, lei mi adora! E ovviamente la cosa è reciproca. Eravamo legatissime prima e lo siamo ancora adesso. La mia ex ha provato a mettermi contro anche lei. senza riuscirci. Un paio di anni fa la piccola è scappata di casa. Non abbiamo avuto notizie per un giorno intero! Non la si trovava da nessuna parte e aveva staccato il telefono. Puoi immaginare la paura! L’abbiamo cercata ovunque e quando ero sul punto di fare una denuncia – credimi avrei mobilitato l’esercito – si è presentata a casa mia e mi ha detto che lei a casa di mia ex moglie non ci voleva tornare e io dovevo nasconderla. Le ho spiegato che sua madre mi avrebbe mandato in galera per rapimento, sai, quando ci sono divorzi spesso si diventa cattivi. L’abbiamo portata da uno psicologo e lei ha detto “cos’è che non è chiaro? Voglio solo poter stare con mio padre”. Per lei sono ancora suo padre. Papà Mara, suona strano lo so. Ha lottato per stare con me, è una ragazzina forte e diventerà una grande donna, ne sono sicura. Ha il mio stesso carattere. Lo psicologo ci ha spiegato che non voleva davvero andar via di casa, era solo un modo per avere potere contrattuale. E con la paura che ci ha fatto prendere, persino sua madre ha accettato di farci incontrare liberamente.
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La tua ex moglie ti aveva davvero accusato di essere coinvolta nella sua sparizione…
Sì! Diceva che sin dall’inizio l’avevo nascosta in casa mia! Ma se stavo in giro per la città disperata come una pazza, lei mi ha visto! Com’era possibile? Crudeltà gratuita, per ottenere qualcosa di più dalla causa di divorzio e per farmela pagare.
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Farti pagare di aver preso in mano la tua vita e scelto di tranzionare?
Sì… Onestamente non pensavo che la prendesse così male, certo nemmeno che facesse i salti di gioia, ma si è trasformata in un’altra persona. Lei, non io! Io sono sempre la stessa persona che però finalmente ha deciso di essere felice. Ho sempre la stessa anima, ho modificato soltanto il corpo. Lei il contrario. Cos’è meglio? Io non volevo fare male a nessuno dei miei cari, ma nemmeno a me stessa. Ci ho messo anni a capire che prendersi cura degli altri non basta, che anche la mia felicità conta.
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C’è un messaggio che vuoi dare ai nostri lettori e lettrici?
Voglio dire che nella vita le difficoltà si incontrano sempre, ma c’è la possibilità di scegliere qualcosa per cui valga la pena affrontarle.
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