24enne nuotatore canadese, specializzato nel dorso e nello stile libero nonché medaglia di bronzo ai mondiali di Budapest del 2017, Markus Thormeyer ha ufficialmente fatto coming out a fine 2020. Dopo aver rappresentato il Canada ai Giochi olimpici estivi di Rio de Janeiro 2016, Markus si è ripetuto alle Olimpiadi estive di Tokyo 2021, arrivando 4° con staffetta 4×100 m stile libero, e ora guarda con fiducia alle Olimpiadi di Parigi del 2024.
Intervistato da Attitude, Thormeyer ha affrontato il tema della transfobia nel mondo del nuoto, esplosa negli ultimi mesi dopo le ripetute vittorie della giovane nuotatrice Lia Thomas, andata incontro negli States a furenti polemiche e a decine di proposte di legge statali per vietare l’attività sportiva agli atleti transgender. Il giovane si è inoltre detto orgoglioso di aver potuto gareggiare alle Olimpiadi da atleta queer dichiarato. “Vai alle Olimpiadi per rappresentare il tuo Paese, ma è come se ci fosse anche un Paese LGBTQ che vai a rappresentare. Ho ricevuto DM da persone di diversi Paesi che mi ringraziavano. Lo sport unisce le persone, e vederlo riunire la comunità LGBTQ mi rende felice“.
Crescendo, Markus ha spesso cercato su Google “atleta gay”, trovando il più delle volte poco o niente. Dopo aver fatto coming out, ha scoperto che molti atleti si sono dichiarati dopo essersi ritirati, come ad esempio il nuotatore canadese Mark Tewksbury. “Quegli atleti hanno spianato la strada a tutti noi, in modo che potessi emergere nel corso della mia carriera. Apprezzo quelle basi e spero di poterne gettarne di mie per gli altri“.
Fino a poco tempo fa Markus credeva che il nuoto fosse uno sport assolutamente inclusivo. Ma l’improvviso aumento della transfobia in acqua ha stravolto quella prospettiva. “Non so da dove provenga… Mi sento come se un giorno avessi acceso il telefono e la gente stesse dicendo che alle persone trans non dovrebbe essere permesso di gareggiare. Ho perso amici per opinioni che non sapevo avessero. Fa schifo che io possa dichiararmi gay mentre le persone trans vengono trascurate. Non so perché alcune persone possono accettare solo alcune parti della comunità LGBTQ dato che siamo un’intera comunità. Abbiamo ancora molta altra strada da fare”.
Anche Markus ha sperimentato l’omofobia, ma le opinioni delle persone “non mi fanno davvero nulla“, tanto da poter dare ora consigli sul coming out: “Il mio consiglio generale è questo: fare coming out è un grande passo. Fa paura, ma vale la pena abbracciarti per quello che sei. Ma non c’è un tempo prestabilito. Se non sei pronto, non forzarti. Quando mi sono dichiarato, la nebbia che avevo nel cervello è scomparsa ed era come se fossi una persona nuova. Mi sentivo più felice e più soddisfatto di me stesso. E questo si rifletteva nella mia vita personale, nelle mie relazioni, nella mia performance, anche all’università. Ognuno sta intraprendendo il proprio viaggio e il coming out è una cosa molto individuale. Quindi, fai in modo di raggiungerlo, ma non avere fretta”.
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