È successo di nuovo, per l’ennesima volta. Chiara, operatrice sociosanitaria di 25 anni, e Federica, studentessa 30enne, sono una coppia. In cerca di una casa su Milano trovano un appartamento che parrebbe fare al caso loro. Peccato che dopo aver visitato l’abitazione insieme, i proprietari di casa cambino idea, sbandierando scuse poco credibili, come confessato a MilanoToday.
Dopo tante ricerche tra agenzie, siti internet e privati finalmente avevamo trovato la casa giusta per noi, vicino alla metro. Chiamiamo perché interessate, diciamo da subito di essere una coppia, dato che tutti facevano riferimento al letto matrimoniale, fissiamo un appuntamento e andiamo a vedere la casa.
Chiara e Federica incontrano la donna che aveva postato l’annuncio e suo padre. Tutto parrebbe andare liscio, fino al colpo di scena.
Persone sin da subito molto alla mano, posso dire anche simpatiche. Ci avevano detto che non ci sarebbero stati problemi qualora volessimo trasferirci subito. Chiamiamo per confermare la casa la sera stessa e ci viene detto con nonchalance che la casa sarebbe stata affittata a una sua «amica» che era già da mesi interessata e che quindi preferiva affittarla a lei. D’accordo con una nostra amica abbiamo deciso di chiamarla spacciandoci per Francesca, una ragazza che cercava casa con il proprio ragazzo. Lei non solo si è resa disponibile nell’affittarla immediatamente, ma era anche disposta a trattare il prezzo.
Una scusa, come detto, tant’è che l’annuncio torna on line il 25 agosto, ovvero il giorno dopo la visita delle due fidanzate, che non demordono e chiedono spiegazioni alla donna. Ma questa attacca il telefono, le blocca ovunque, diventa irriperibile.
“Mi sembra impossibile che nel 2020, dopo tutto questo schifo che ci sta capitando da mesi, la gente faccia più schifo di prima ed esiste ancora l’omofobia”, si sfoga Chiara. “Dicevano tutti che dopo il virus e la pandemia saremmo stat tutti migliori“. E invece siamo ancora qui a parlare di indecenze omotransfobiche all’italiana.