Presentato nella sezione Panorama della 72° edizione del Festival di Berlino 2022, Nel mio Nome di Nicolò Bassetti è un progetto più unico che raro fortunatamente in arrivo nei cinema d’Italia il 13, 14 e 15 giugno grazie a I Wonder Pictures, con premiere nazionale al Biografilm Festival 2022 di Bologna. Produttore esecutivo del documentario, che è costato 3 anni di lavorazione, Elliot Page, divo hollywoodiano rimasto folgorato da come Bassetti sia riuscito a costruire una “meditazione sull’umanità trans”, presentando “ingegnosamente e intenzionalmente, tutti i diversi pezzi che costituiscono l’identità di una persona”.
Protagonisti quattro giovani ragazzi trans. Nico ha 33 anni, Leo 30, Andrea 25 e Raff 23. Vengono da varie parti d’Italia. Iniziano la loro transizione di genere in momenti diversi delle loro vite. Giorno dopo giorno devono obbligatoriamente affrontare con grande coraggio gli ostacoli di un mondo binario. Avere una vita dignitosa e appagante è una questione di sopravvivenza. E loro hanno tutte le intenzioni di vincere questa battaglia.
Bassetti ha osservato per 36 mesi la loro vita quotidiana, da vicino. Una vita fatta di orgoglio, consapevolezza, euforia, complicità, sense of humor e resistenza. Già ideatore di Sacro GRA, film documentario Leone d’Oro a Venezia e regista di Magnifiche Sorti, Bassetti ha attinto dalla propria esperienza personale, ovvero dalla transizione di genere del figlio Matteo, per trovare la necessaria sicurezza nello stabilire un rapporto intimo con i protagonisti di questa storia, costruito su fiducia e complicità. Alcuni episodi dell’infanzia e dell’adolescenza dei 4 ragazzi sono raccontati attraverso le loro testimonianze dirette, raccolte da uno dei protagonisti mentre realizza un podcast. Si intrecciano così passato, presente e aspettative future, attraverso sguardi e sorrisi, fidanzati e fidanzate.
Leo è laureato in filologia e lavora da MacDonald’s, è innamorato di Luisa, con la quale vive a Bologna. Raccoglie memorie, le ascolta e le studia, scrive e poi edita dei podcast sul delicatissimo e struggente tema del rapporto tra identità da adolescenti e quella da adulti. E’ sua la ‘voce narrante’, che intreccia storie e pensieri.
Nico, pur essendo anagraficamente il più adulto e con il progetto di vita più realizzato e maturo, è l’ultimo arrivato. Vive con Chiara, sua moglie, e il loro cane India, in un borgo sui colli fuori città. Chiara gestisce una piccola azienda agricola naturale con B&B, produce vino, miele, marmellate, lavanda, farina, pasta, pane e biscotti.
Andrea è laureato in filosofia, lavora ad una raccolta di transracconti brevi. È introspettivo, silenzioso, solitario. Scrive utilizzando l’amata macchina da scrivere Valentine, in giro per la città, di notte. Appassionato di Kafka e David Bowie, cambia spessissimo look, alla continua ricerca di se stesso.
Raf è appassionato di biciclette, swing e graphic novel. Lavora come meccanico in una ciclofcina di cui è socio, la sera balla lo swing in coppia con l’amico del cuore Dario e vive un “amor platonico” a distanza con Felix, giovane uomo gay spagnolo.
Quattro ragazzi, quattro identità, quattro storie per rimettere in gioco tutti i canoni tradizionali dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale. Un cinema del reale, quello realizzato da Bassetti, che emoziona attraverso sprazzi di vita comune, di vita trans, di vite invisibili (persino agli occhi di Alexa!) tra gli invisibili. Perché mai raccontate, mostrate. I ragazzi FtoM, da questo punto di vista, hanno ancora meno visibilità delle ragazze MtoF, con Bassetti che osserva la normalità quotidiana di questi giovani. La meticolosa realizzazione di una bicicletta, l’impasto da stendere, un look da costruire allo specchio, un podcast da concludere, una serata in discoteca tra amici, sognando quel via libera alla mastectomia bilaterale attesa come il Messia, al termine di un percorso che è l’essenza stessa della sofferenza vissuta, del disturbo sopportato. Step lunghi, invasivi, disturbanti, che costringono giovani ragazzi e ragazze a perdere tempo, denaro, fiducia, a dover attendere il via libera da parte di uno sconosciuto per vivere appieno, alla luce del sole, la propria persona.
La straordinaria forza di Nel Mio Nome sta nella sua capacità di osservazione di ciò che comunemente parrebbe secondario, invisibile, rendendolo finalmente tangibile. Audio in presa diretta e materale d’archivio sapientemente utilizzato per esplicitare alcuni momenti di introspezione dei personaggi, legati al loro passato, alla loro adolescenza, tra il tempo del ricordo e il tempo del presente. Del tutto assente il lato prettamente famigliare, con i propri genitori, perchè sono loro, Nico, Leo, Andrea e Raff, a doversi raccontare, a mostrarsi per quello che sono, finalmente.
Uno sguardo, quello del regista, che prende una direzione assolutamente inedita, commovente, esplicitando il complicato percorso che ogni giorno centinaia di ragazzi e ragazze devono necessariamente compiere, in Italia, a causa di una legge vecchia di 40 anni. La 164, che nel 1982 riconobbe alla persona transessuale di ottenere la modifica del sesso attribuito alla nascita. All’epoca si trattava di una legge all’avanguardia, la 3a al mondo dopo Svezia (1972) e Germania (1980), ma in 40 anni nessuna modifica è mai stata apportata, facendola pesantemente e malamente invecchiare, trasformandola in una via crucis tra medici, avvocati e tribunali.
Nicolò Bassetti e i suoi ragazzi mostrano e raccontano ciò che nel Bel Paese non viene quasi mai mostrato nè raccontato, silenziando una comunità mai come in questo momento sotto attacco. Persone trans il più delle volte gratuitamente sessualizzate, se non fosse che il discorso dell’orientamento sessuale, per una persona trans, non possa far altro che arrivare successivamente, diventando quasi secondario, essendoci tutt’altra priorità legata alla propria identità. Persone che potremmo quasi affermare non cambiano sesso, conclude il regista, bensì che semplicemente cambiano nome. Scegliendolo. Specchiandocisi per la prima volta.
Voto: 8
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