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Nepal: sentenza storica della Corte Suprema a favore del matrimonio egualitario

Sempre più paesi, tra cui il Nepal, si stanno muovendo verso la legalizzazione e regolamentazione del matrimonio egualitario.

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Mentre in India lo storico dibattimento ha tutt’ora luogo, la Corte Suprema del Nepal ha emesso negli scorsi giorni una sentenza che ordina al governo di riconoscere il matrimonio egualitario e il coniuge straniero dello stesso sesso di un cittadino nepalese.

Il caso che ha smosso la Corte Suprema Nepalese

Adheep Pokhrel, cittadino nepalese, e Tobias Volz, cittadino tedesco, si sono sposati legalmente in Germania nel 2018 e – con l’obiettivo di trasferirsi in Nepal – avevano richiesto un visto non turistico per Volz a luglio 2022.

Le autorità nepalesi avevano allora respinto la richiesta, citando il fatto che il modulo di domanda per il visto presentava le diciture “marito” e “moglie”.

La coppia ha però scelto di sottoporre il proprio caso alla Corte Suprema, che si è così pronunciata:

Se un cittadino straniero che afferma di essere sposato con un cittadino nepalese presenta un certificato di registrazione del matrimonio e il cittadino nepalese conferma il matrimonio, il governo deve esaminare le leggi sul riconoscimento delle relazioni tra persone dello stesso sesso. Sosteniamo che sia un diritto intrinseco di un adulto avere rapporti con un altro adulto con il suo libero consenso e secondo la sua volontà“.

Secondo un rapporto commissionato dal tribunale, è stata avanzata la raccomandazione di rimuovere la disposizione legale che il matrimonio possa avvenire solo tra un uomo e una donna. Allo stesso tempo, la Corte Suprema del paese sta esaminando diversi casi riguardanti i diritti delle persone LGBTQIA+.

Tra di essi, anche quello di una coppia lesbica nepalese-americana, un ulteriore caso arrivato in Corte Suprema, quando alla coniuge americana era stato negato un visto non turistico. La corte aveva emesso una sentenza simile che ordinava al governo di rilasciare il documento.

Nepal, il paese centroasiatico più “avanti” in ambito di diritti LGBTQIA+

La decisione della Corte Suprema del Nepal è stata lodata da Human Rights Watch, che ha anche esortato il Nepal a onorare il proprio status di leader in ambito di diritti LGBTQIA+ in Asia Centrale:

Sono passati 16 anni da quando la Corte Suprema ha ordinato a un comitato governativo di studiare la questione del riconoscimento delle relazioni tra persone dello stesso sesso” – ha dichiarato uno dei rappresentanti dell’organizzazione – “Il governo dovrebbe esaminare con urgenza il rapporto del comitato e l’analisi completa della corte sui cambiamenti legali che consentirebbero alle coppie dello stesso sesso di avere gli stessi diritti“.

Il Nepal è stato uno dei primi paesi in Asia a paventare l’ipotesi di legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso nel 2008, riconoscendo anche l’identità di genere delle persone transgender nel 2007.

La nuova costituzione, in corso di elaborazione dal 2010, prevede sia il matrimonio gay sia la protezione delle minoranze sessuali.

Se però il governo nepalese si dimostra decisamente avanti rispetto alle questioni LGBTQIA+, la realtà è che la discriminazione e la violenza omofobica e transfobica continuano ad essere una realtà quotidiana per molte persone in questo paese.

Nonostante i progressi legislativi, la comunità è oggetto di discriminazioni in tutti gli ambiti, dall’occupazione, all’istruzione fino all’accesso ai servizi sanitari. In particolare, le persone transgender e gli attivisti sono spesso bersaglio di intimidazioni, violenze e discriminazioni.

Discriminazioni che iniziano spesso tra le mura domestiche, dove la pressione per conformarsi ai ruoli di genere tradizionali è ancora molto forte.

Tuttavia, ci sono anche sviluppi positivi. La comunità LGBTQIA+ in Nepal sta diventando sempre più attiva e organizzata, come dimostra la nascita di diverse organizzazioni non governative e gruppi di sostegno.

La visibilità della comunità LGBTQIA+ sta anche lentamente aumentando, grazie alla partecipazione in eventi pubblici e ai progressi nei media, e la nuova generazione si dimostra sempre più tollerante, soprattutto nei grandi centri.

Ci auguriamo che questo segno dei tempi abbia il proprio impatto presto anche da queste parti.

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