AMSTERDAM – La progettazione di un network europeo per unire tutti i poliziotti omosessuali d’Europa, é stato uno degli obiettivi raggiunti dall’European Gay Cop Symposium di Amsterdam, convegno che si è tenuto nella città olandese il 5 e 6 agosto. Quest’evento, primo nel suo genere ad essere realizzato su questo tema e il cui motto è stato “Diversity makes the difference”, ha visto la presenza di ben centosessanta agenti di polizia e militari provenienti dai diversi Paesi dell’Unione Europea e dall’Australia con olandesi, tedeschi, francesi, inglesi, spagnoli, greci, finlandesi e svedesi. Ma c’erano anche i rappresentanti italiani, gli “Argonauti” come sono stati definiti da tutti gli altri colleghi del gruppo Militari Gay che non hanno potuto partecipare a questa esperienza. Il gruppo è il primo esempio di organizzazione glbt interna alle forze armate e forze dell’ordine nel nostro paese.
Ad organizzare l’evento, che si è svolto nel modernissimo Palazzo dei Congressi Meervaart, decorato per l’occasione come per una convention politica americana con palloncini, festoni, slogan e bandiere, é stata la polizia olandese con l’aiuto dei sindacati locali, i quali hanno messo a disposizione dei partecipanti sontuosi buffet, riviste, opuscoli e gadget d’ogni tipo. Nel primo giorno del simposio sono intervenute importantissime personalità sia olandesi che di altri Stati europei: il presidente del partito politico liberal-progressista olandese D66 Boris Dittrich, il Sindaco di Amsterdam Job Cohen, Jan Wiarda capo dei capi delle forze di polizia di tutta Europa, Hien Verkerk parlamentare europeo, nonché il General Maggiore M.A. Beuving Comandante della polizia militare olandese. I temi dominanti sono stati chiaramente l’omosessualità e le forze dell’ordine, analizzati secondo diverse sfaccettature: dai problemi di comunicazione e di coming out alle leggi discriminatorie sul lavoro fino ai problemi relativi all’immigrazione e alle nuove minoranze etniche. Non sono state naturalmente dimenticate neanche le lesbiche, presenti in un considerevole numero in sala.
Tra gli interventi più seguiti, quello della collega olandese e sindacalista Ellen Boszhard che ha esposto il suo progetto di monitoraggio sulle discriminazioni nelle caserme ai danni di agenti omosessuali. Il piano prevede anche una polizza che tuteli questi ultimi contro le angherie da parte dei superiori. Il pubblico entusiasta ha chiaramente manifestato il suo apprezzamento per l’intervento della Boszhard, accogliendo in un tripudio la proposta di trasformare il suo progetto in un disegno di legge per il Parlamento Europeo. Alla fine di ogni intervento, con l’ausilio di un telecomando, i partecipanti esprimevano in tempo reale le proprie impressioni, votavano i sondaggi e rispondevano alle più svariate domande.
Il secondo ed ultimo giorno del simposio è stato dedicato invece ad alcuni workshop su vari temi: sindacati, Costituzione Europea, Aids, rapporti tra polizia e cittadini… Nel pomeriggio invece è stata redatta la bozza iniziale del Trattato di Amsterdam, documento ufficiale che sarà inviato al Parlamento Europeo ed è stata infine sancita la nascita dell’European Gay Cop Network (l’associazione europea della polizia gay) che sarà costituita ufficialmente ad ottobre con sede a Bruxelles. Gli obiettivi prefissati di questo network europeo della polizia gay saranno: il raggiungimento dell’uguaglianza dei diritti tra poliziotti gay ed etero, il supporto morale e giuridico in caso di difficoltà sopravvenute per colleghi che hanno fatto il coming out, lo scambio d’informazioni ed esperienze circa l’emancipazione gay all’interno dei vari corpi di polizia, l’apertura di un sito internet, che sarà attivo a partire da ottobre, come fonte ufficiale d’informazione dell’associazione e come strumento di collegamento e contatto tra le varie organizzazioni nazionali.
Il prossimo appuntamento è stato fissato per il 2005, a Londra probabilmente, dove si spera in una presenza italiana molto più numerosa.
A cura del Coordinatore del Gruppo Militari Gay