Era il 1996 quando Nichi Vendola, all’epoca parlamentare di Rifondazione comunista, il primo deputato dichiaratamente gay della storia italiana, presentava la prima proposta per estendere la legge Mancino alle discriminazioni omofobe. L’ex governatore della Puglia ha ricordato quella prima battaglia dalle pagine de LaRepubblica.
Ma il centrosinistra non era pronto: ci è voluto un quarto di secolo per arrivare all’appuntamento. Qualcuno dovrebbe dire come in quel bel film di Troisi: “Scusate il ritardo!”. Erano tempi di grandi speranze ma il centrosinistra non ebbe il coraggio necessario sia in termini di avanzamento sul terreno dei diritti civili, sia in termini di riforme sociali capaci di rompere l’egemonia liberista.
Peccato che la battaglia sia tornata d’attualità negli ultimi mesi, con il DDL Zan fermo al Senato dopo l’approvazione alla Camera. “Per secoli l’omosessualità è stata stigmatizzata, vietata, derisa, lapidata. E l’omofobia è stata un fondamento delle credenze religiose e dei costumi sociali”, ha ricordato Vendola. “Dai roghi medievali comandati dalla Santa Inquisizione fino al confino alle Isole Tremiti comandato dal fascismo, dal carcere vittoriano per Oscar Wilde fino alla persecuzione giudiziaria di Aldo Braibanti o Pasolini, la paura e l’orrore per le diversità hanno prodotto ogni sorta di violenza. Una violenza che si è fatta senso comune, che si è radicata nel linguaggio e nella routine delle prassi discriminatorie. Non mi stupisce dunque la virulenza di questo scontro. Perché non è in gioco solo il diritto di una minoranza a non essere offesa e prevaricata, ma è in gioco il diritto di tutti e di tutte al rispetto e alla dignità”.
Ma qualcosa è cambiato, precisa Nichi. Anzi, quasi tutto. “Questi sepolcri imbiancati, le sentinelle della tradizione, sono furiosi perché hanno perso, perché quelli come me hanno detto: no, non ci accontentiamo di stare in un ghetto magari dorato, non chiediamo la vostra tolleranza, non abbassiamo lo sguardo, non saremo le icone del vostro disprezzo o della vostra pietà o delle vostre fobie. Siamo usciti alla luce del sole e nessuno più ci ricaccerà nell’ombra o dietro un filo spinato”.
E anche se Lega e Fratelli d’Italia fanno le barricate (“sono omofobi e razzisti, le loro formazioni e le loro classi dirigenti sembrano roba da Anni Venti del ‘900“, sentenzia Vendola), la legge contro l’omotransfobia diventerà realtà. Nichi ne è certo. “Nessuno può fermare il sentimento che sta crescendo attorno a questa battaglia”. Speriamo proprio che abbia ragione.
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