Dopo il clamore suscitato da Francesco Rocca, presidente della regione Lazio che ha prima concesso e poi ritirato il patrocinio al Roma Pride dinanzi alle proteste di Provita, anche la regione Lombardia ha confermato il suo no al patrocinio del Milano Pride, come tristemente sempre accaduto negli ultimi anni. 43 i voti contrari e 23 quello favorevoli alla la mozione presentata dal consigliere Luca Paladini, fondatore dei Sentinelli di Milano, che chiedeva al governatore leghista Attilio Fontana l’impegno a “delegare il presidente del Consiglio regionale, o un assessore o un consigliere regionale a partecipare al ‘Milano Pride 2023’, indossando la fascia istituzionale“. Lo scorso anno questa stessa mozione passò per un “errore” di conta della maggioranza. Quest’anno non c’è stato niente da fare.
Un dibattimento aspro, che lo stesso Paladini ha definito “allucinante“. Il consigliere della lista di centrosinistra ‘Patto Civico’ ha chiesto in aula “di andare oltre pregiudizi e stereotipi“.
“È stato un dibattito umiliante“, ha amaramente confessato Paladini. “Se avessi investito 5 euro per ogni frase fatta e stereotipi usati durante la discussione, in questo momento sarei ricco. Blasfemi! Carnevalata! Manifestazione divisiva! La sagra del “io non sono omofobo ma”. Nel mio intervento finale ho chiesto scusa a tutte le persone discriminate in base al proprio orientamento sessuale e identità di genere. Chiesto scusa a nome di una maggioranza che ha trasformato un’aula istituzionale in un bar dello sport. Ignorante e triviale. Ci vediamo al Pride. Mai così orgogliose e orgogliosi“.
Christian Garavaglia, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha negato “oscurantismo o pregiudizio” da parte della destra di governo, accusando la comunità LGBTQIA+ di “non avere rispetto verso chi non la pensa come loro“, perchè a suo dire “vedere immagini passate dove la madonna è rappresentata a seno nudo non sembra molto rispettoso verso i credenti“.
Il leghista Simone Pillon, ex parlamentare, si è complimentato con il Consiglio regionale lombardo, perché “le scemenze ideologiche vanno lasciate a chi non sa più neppur distinguere un maschio da una femmina. Abbiamo tutti di meglio da fare per il bene comune“.
Il Milano Pride avrà il patrocinio del comune di Milano, con il sindaco Beppe Sala atteso sul palco, come ogni anno.
Tutt’altra musica a Genova, dove il sindaco Marco Bucci ha ribadito il suo no al patrocinio del comune al Liguria Pride, come accaduto per la prima volta nella storia della città nel 2018.
“Regione Lazio, Regione Lombardia e il Comune di Genova revocano o negano il patrocinio al Pride: un altro segnale dell’intolleranza di questa destra verso la comunità LGBTQIA+“, ha cinguettato Brando Benifei, Capodelegazione PD al Parlamento Europeo. “Come PD saremo orgogliosamente in piazza, in tutti i Pride d’Italia. Insieme possiamo cambiare la narrazione, sfidare i pregiudizi e costruire una società dove ogni persona possa sentirsi libera di essere sé stessa senza discriminazioni“.
Nel Lazio, nel frattempo, il presidente della regione Francesco Rocca ha nuovamente ipotizzato un patrocinio solo e soltanto dinanzi a delle scuse ufficiali da parte degli organizzatori del Roma Pride, che a suo dire avrebbero “strumentalizzato” il tutto e inserito una richiesta di legge a favore della GPA nel documento politico della manifestazione. “Una richiesta folle e sgrammaticata politicamente, che non ha precedenti storici, nei rapporti tra Istituzioni e movimenti“, hanno replicato dal Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli con l’intervento del presidente Mario Colamarino, da noi ieri intervistato. Per poi proseguire:
“È il Roma Pride che pretende le scuse del governatore Rocca per questa assurda richiesta e per aver anteposto la richiesta di diritti di cittadini e cittadine della Regione da lui amministrata alle grida isteriche di Provita. Evidentemente il governatore Rocca trova più grave la registrazione di un figlio alle assurde teorie riparative propugnate da Provita o dalla loro ultima richiesta di far sentire il battito del cuore del feto alle donne che vogliono interrompere la gravidanza. Governatore noi non piegheremo la testa né a lei né a Provita”. “Da parte nostra nessun inganno prima e nessun passo indietro ora. Le nostre rivendicazioni sono sempre state accessibili a chiunque avesse interesse a leggerle, anche alla pavida Regione Lazio. Noi siamo solitə mettere la faccia sulle nostre richieste, noi non ci nascondiamo, siamo uscitə ormai da tempo dall’ombra e non intendiamo farci ritorno. Chiedere scusa per avere un patrocinio fittizio o azzoppato che non riconosce la dignità politica delle nostre richieste è un’offesa alla nostra intelligenza. A lei la prossima mossa governatore, noi o loro?”.
Ieri sera intervenuta in diretta a Cartabianca, su Rai3, la segretaria del Pd Elly Schlein ha così commentato quanto avvenuto nelle ultime 48 ore: “Le regioni che non sostengono il Pride? È gravissimo, noi ci saremo. Nel caso del Lazio c’è stato bullismo istituzionale, sono gli stessi che hanno affossato tra gli applausi la legge Zan contro l’odio, che era il minimo sindacale, una legge di civiltà“.
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