Un’accusa pesante quella che la Norvegia ha fatto a Grindr, che ora dovrà pagare un conto salatissimo: 12 milioni di dollari (circa 100 milioni di corone norvegesi). Motivo di questa multa, il fatto che la celebre app per incontri gay non avrebbe assicurato la privacy degli utenti. Quindi, coloro che utilizzano l’applicazione, si sarebbero visti vendere i loro dati a società terze.
Non solo l’Unione Europea nell’ultimo anno sta spingendo molto sul tema della protezione dei dati per consentire un maggior controllo e una maggiore privacy, ma la stessa Grindr nelle regole da accettare quando si crea un profilo, afferma che i dati inseriti non verranno ceduti ad altri. Anche se la Norvegia non fa parte formalmente dell’UE, accetta comunque le sue regole e le leggi, comprese quelle relative alla privacy.
In Norvegia si è visto l’esatto opposto. Ua violazione della privacy in piena regola, dato che l’app contiene dati relativi alla sessualità, alla posizione e agli interessi di milioni di persone.
Grindr: da luogo sicuro e discreto a vendita di dati sensibili
Bjorn Erik Thon, direttore generale dell’Autorità per la protezione dei dati in Norvegia, ha spiegato:
Grindr è visto come uno spazio sicuro e molti utenti desiderano essere discreti. Tuttavia, i loro dati sono stati condivisi con un numero imprecisato di terze parti e qualsiasi informazione in merito è stata nascosta. Riteniamo che il fatto che un utente che sia abbia un profilo Grindr, parli del proprio orientamento sessuale, quindi questo costituisce una categoria speciale di dati che meritano una protezione particolare.
Nessuna risposta è arrivata dai piani alti di Grindr, che forse deciderà di pagare il salato conto senza fare storie. I 12 milioni di dollari richiesti sarebbero circa il 10% delle entrate annuali della società.
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