Arriva da Novara l’ennesima denuncia di omotransfobia all’italiana, con due ragazze picchiate perché lesbiche. Due ragazze di 22 e 29 anni, che convivono da tre anni, aggredite da due vicini di casa, come denunciato in procura dall’avvocato Maurizio Antoniazzi, loro avvocato.
“Chiediamo di valutare l’ipotesi di tentato omicidio”, confessa il legale, come riportato dalle pagine de LaRepubblica. C’è anche un video di 20 secondi, che mostra l’aggressore prendere a calci in testa una delle due ragazze, mentre quest’ultima è in terra. La 22enne è stata ricoverata in ospedale e a seguire dimessa con trenta giorni di prognosi, il naso rotto e una frattura di un’orbita. Quel calcio avrebbe potuto ucciderla. L’incubo per le due giovani è diventato realtà nel momento in cui si sono trasferite. Insulti omofobi e minacce, solo perché sono una coppia.
“State zitte lesbiche”, “Lesbiche di mer*a”, poi dalle parole alle botte. Le due giovani scendono in cortile di fronte all’ennesima pioggia di insulti, e il vicino inizia a picchiare una delle due. Poi si è aggiunto anche il figlio dell’uomo. L’intervento della polizia ha evitato che la situazione potesse tramutari in tragedia.
“Ancora una volta mi trovo a dover abbracciare le vittime di un odio immotivato, di una violenza aberrante, feroce, che colpisce una persona solo per quello che è o per chi ama”, ha scritto Monica Cirinnà sui social. “Lo faccio, con tutta la solidarietà e l’affetto, con un abbraccio stretto, che si estende a tutte le persone che, ogni giorno, subiscono discriminazione e violenza per questi motivi”.
L’omolesbobitransfobia è ormai emergenza nel paese, e le istituzioni non possono ostinarsi a ignorarlo. Un’emergenza che ha profonde radici culturali, che dobbiamo estirpare con le armi della prevenzione, punendo con severità chi si macchia di crimini come questo. La proposta di legge Zan è alla Camera, a un passo dall’approvazione. Io credo che la parte sana di questo paese, cittadine e cittadini innamorati della Costituzione, dell’eguaglianza, della libertà e del rispetto reciproco si aspettino dalla politica, e anche dal Governo, una risposta rapida e chiara. E la risposta è a portata di mano: approviamo la legge Zan alla Camera, entro il mese di ottobre. È possibile farlo, per arrestare questo continuo strazio. Si deve poter vivere serenamente, essere se stesse/i in quella sicurezza che nasce non dalla repressione, ma dalla solidarietà e dalla cultura dell’inclusione.
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