Cosa c’è di più etero di un cowboy con stivali, cappello e pistola in sella a un cavallo? E al tempo stesso cosa c’è di più gay di un cowboy stretto in un paio di jeans aderenti che mettono in risalto le forme e innescano le più torbide fantasie? Eppure “in una piccola città non piace quando un cowboy prova dei sentimenti per gli uomini”, recita un verso della canzone Cowboys Are Frequently Secretly Fond of Each Other, e la memoria corre subito, per gli over 30, al film del 2005 I segreti di Brokeback Mountain, e all’amore osteggiato tra i protagonisti interpretati da Heath Ledger e Jake Gyllenhaal. Il brano di Ned Sublette del 1981 è ora tornato sul mercato in una nuova versione incisa da Orville Peck e Willie Nelson.
Il primo è un artista dichiaratamente omosessuale che, con il viso coperto da una maschera, ha fatto irruzione nella musica country nel 2019 con l’album di debutto Pony; il secondo è una leggenda del genere e si appresta a spegnere 91 candeline il prossimo 29 aprile. Insieme riportano l’attenzione su un mondo, quello della country music appunto, notoriamente conservatore quando non addirittura omofobo, razzista e – giusto per non farsi mancare nulla – misogino.
Non il più inclusivo degli ambienti, insomma, come sa bene lo stesso Peck che nel documentario My Kind Of Country di Apple Tv+ ha raccontato: “Parecchie persone mi hanno riso in faccia, dicendo che un uomo apertamente gay non avrebbe mai funzionato nel country!”. Il cantante non ha nascosto i momenti di sconforto, ai quali ha reagito mantenendo sempre la testa fieramente alta: “Se qualcuno mi dice che non posso fare qualcosa, mi viene voglia di farla ancora di più”.
Nel videoclip di Cowboys Are Frequently Secretly Fond of Each Other coppie queer di uomini e donne ballano nel saloon abbracciandosi e toccando languidamente i rispettivi corpi mentre Peck e Nelson cantano e suonano la chitarra all’ombra di un albero al Luck Ranch, in Texas. Willie aveva già realizzato una cover di questa canzone. Era il 2006. A sua volta Orwille aveva più volte riproposto in concerto la versione della leggenda vivente del country. Era destino, quindi, che i due unissero le rispettive voci per dare vita a una rivisitazione congiunta.
L’idea è stata dello stesso Nelson, come svelato da Peck in un’intervista a Rolling Stone: “Willie continuava a parlare di come l’argomento di questa canzone fosse più importante che mai. Voleva che avesse una nuova vita con noi due”. Una bella rivincita anche per lo stesso Orwille: “Come artista che a volte si è sentito escluso dall’industria della musica country, una volta che Willie Nelson vuole lavorare con te, non c’è davvero nulla che il mondo country possa dire dopo” ha spiegato, aggiungendo: “Con tutta la retorica che circonda la comunità LGBTQIA+ di questi tempi, è così incoraggiante avere dei veri alleati come Willie che non hanno paura di stare con orgoglio accanto a noi”.
La canzone è degli anni ’80, ma a 40 anni di differenza il contesto culturale non è cambiato poi così tanto, come sembra suggerire Peck ai microfoni di Out.com:
Guarda l’accoglienza che riceve chiunque faccia qualcosa leggermente al di fuori dell’idea bianca eteronormativa e culturalmente stigmatizzata della musica country. Che si tratti di Beyoncé o di me o di qualcuno che non rientra in quel frammento molto specifico del genere, è considerato totalmente oltraggioso da queste persone […].
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Il riferimento a Beyoncé calza a pennello. Come noto la popstar ha appena pubblicato un album, Cowboy Carter, di cui si è molto parlato ancor prima della sua uscita. Anche lei come Orville, per motivi diversi, ha fatto storcere il naso al pubblico più “purista” (tra molte virgolette) del genere country. Entrambi vogliono semplicemente rivendicare un patrimonio culturale che non è appannaggio di pochi, ma appartiene a un popolo intero. Queste le parole decisamente esplicative di Peck:
La musica country è il genere americano più diversificato. Ha i più diversi apporti culturali per quanto riguarda strumenti, melodie vocali, ispirazioni. È costruito da così tante culture diverse: quella nera, il gospel, la cultura latina, messicana. Per troppo tempo penso che sia stato in un certo senso custodito e stigmatizzato come questo piccolo gruppo di persone etero, bianche a cui è permesso apprezzare questo genere.
Quindi, su quel che si sta verificando ultimamente:
Ciò che sta realmente accadendo in questo momento è, come lo ha definito Beyoncé, un rinascimento. In realtà è una rivendicazione del fatto che tutti in questo Paese e oltre hanno un ruolo nella musica country. È un genere vario. Esistono milioni di tipi di artisti country. Ci sono sempre stati artisti country neri. Ci sono sempre stati artisti country gay che hanno contribuito a questo genere. Quello che sta succedendo ora è che le persone stanno iniziando a imparare e a rendersi conto che questo è per tutti. Quindi sempre più persone iniziano a sentirsi a proprio agio nel contribuire al genere piuttosto che sentirsi come se fosse una cosa a cui non sono invitati o non sono i benvenuti.
Fondamentale, allora, che a questo “rinascimento” prenda parte anche uno dei pilastri del country come Willie Nelson che, guarda caso, è sceso in campo anche per la stessa Beyoncé. È lui infatti a fare da speaker di KNTRY Radio Texas nelle tracce Smoke Hour * Willie Nelson e Smoke Hour II dell’ultimo album della star. Semplici coincidenze o un cerchio che si chiude, quel che conta è che il processo di liberazione del country da stereotipi e inutili lazi è iniziato, e non si torna più indietro.
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