Se qualcuno sentiva il bisogno di dare più spazio agli influncer, ora sarà finalmente appagato. Infatti, da sabato 6 maggio, andrà in onda su Real Time, alle ore 13:20, il docu reality The influencer.
Il programma ruoterà intorno alle vite di tre social-star: Paolo Stella sarà protagonista, assieme a Eleonora Carisi e Candela Pelizza, del nuovo programma prodotto da Zerostories.
Ma chi sono realmente gli influencer? Cosa fanno? Cosa vogliono? Come ci si diventa e, soprattutto, come fanno a guadagnare tutti questi soldi? A queste domande risponderanno durante le sei puntate in programma, ma intanto l’ex amico di Maria, con quasi 200.000 seguaci in tutto il mondo, si racconta come (forse) non ha fatto mai. Anche se guai a parlargli di certe etichette…
Quando un influencer arriva in TV, cosa succede?
Questo lo vedremo dal 6 maggio! In realtà io vengo proprio dalla TV: il mio primo lavoro è stato Amici di Maria de Filippi. Poi, dopo anni di fiction, per vicissitudini varie, mi sono ritrovato nel mondo della moda. Ma non mi piace porre limiti, barriere e, tanto meno, darmi delle definizioni. Alla fine son sempre io che navigo a vista in situazioni diverse.
Perché Real Time ha deciso di girare una docu-fiction su di lei?
Perché, in realtà, la proposta l’ho fatta io! L’idea è nata due estati fa, a Noto, in Sicilia, con l’autore televisivo Lorenzo Campagnari. Lui non conosceva per niente il fenomeno degli influencer e abbiamo cominciato a buttare giù l’idea di una docu-fiction che ne raccontasse i meccanismi, sottolineando l’enorme evoluzione subita dal mondo della comunicazione negli ultimi anni. Abbiamo trovato lo sponsor, coinvolto Eleonora Carisi e Candela che, oltre ad essere fra le mie più grandi amiche, sono fra le influencer più conosciute, e siamo andati da Real Time che ha accolto con entusiasmo il progetto.
Si è mai chiesto il perché di un certo snobismo nei confronti delle social star?
Perché tutto quello che non si conosce, in un certo qual modo, fa paura. È più facile snobbare il fenomeno, che provarlo a capire. Il posto fisso ha distrutto generazioni!
Che poi quali sono, secondo lei, le prerogative per poter emulare una carriera come la sua?
Non esistono! C’è stato un periodo in cui leggevo tutte le biografie che mi capitavano sottomano, poi, col tempo, ho capito quanto fosse sbagliato. Ognuno, alla fin fine, ha la sua storia, i suoi percorsi e le sue molteplici variabili. Cercare di emulare il percorso di un’altra persona, non ha alcun senso. L’unico modo per trovare la via è concentrandosi sulle proprie peculiarità.
Quando le parlo di “carriera” sono fuori luogo?
In effetti ha un qualcosa di molto serio parlare di carriera.
Quanto contano i numeri nella sua vita?
Nulla. Contano le targhe. Ho una forma di autismo che mi riporta a fare le somma di tutti i numeri che vedo nelle targhe delle automobili, quando cammino per la città, riducendoli a numero primo.
E cosa pensa di tutte quelle persone che comprano follower?
Che il mondo è bello perché è vario e che se ci sono persone felici per follower comprati, e fasulli, lasciamoli essere felici. Mi astengo dal giudizio, sa: non ho tanto tempo libero.
Esistono segreti o tecniche per essere più seguiti sui social?
L’unico modo è avere qualcosa da dire! Essere ferocemente se stessi…
Cosa pensa di tutte le persone che decidono volutamente di non essere sui social?
Ognuno faccia quel che voglia. C’è un incredibile senso di leggerezza nell’accettare il fatto che siamo tutti diversi e che conduciamo le nostre esistenze in modo libero.
Che tipo di pubblico è il suo?
Gente dal gusto sopraffino.
Piace molto ai gay. Merito della bellezza, dei look o di una certa affinità con il mondo LGBT?
Dovremmo chiederlo a loro.
E se le chiedessi se è gay?
Non amo definirmi nel lavoro, figuriamoci come essere umano. Se pensare che lo sia, o non lo sia, può farle piacere, faccia pure. Per me va benissimo lo stesso.
È fidanzato?
Sempre stato.
Che poi, quella continua perfezione nelle foto, nel suo caso, c’è anche nella realtà?
Sono un esteta, mi piace l’ordine e la bellezza, ne sono alla continua ricerca in ogni aspetto della mia vita. Però, c’è anche una sana dose di casino.
Su Facebook scrive: attore, scrittore, editore e web influencer. Dove pensa di dare il meglio?
Torniamo al discorso delle definizioni. Siamo un po’ costretti a darcele, la società ce le richiede, ma magari il “mio meglio” non viene esaltato da nessuna di queste.
In molti non ricordano il suo passato ad Amici. Oggi guarda ancora il programma di Maria?
Non lo guardavo da anni. Non avevo più la TV, ma mi è capitato di vedere la scorsa puntata. Sono amico di Emma Marrone. Mi ha anche invitato ad andare in studio, penso che andrò.
Era molto amico di Roberta Ruiu. Poi, i ben informati, hanno parlato di una grande lite. Chiacchiericcio?
E i ben informati sono molto male informati. La Roby è una persona splendida e molto divertente. Sicuramente ha un carattere complicato, ma non abbiamo mai litigato. Io non litigo mai con nessuno. Ho solo lasciato il magazine in cui lavoravamo insieme, che per ragioni lavorative ci vedeva spesso insieme. Ora abbiamo intrapreso strade differenti, come succede tante volte nella vita. È solo un allontanamento fisico. Quando la rivedo ci abbracciamo sempre con affetto.
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Agli inizi di internet, anni fa, si gridava al miracolo: con la rete si sarebbe potuto parlare con tutti, tutti connessi, comunicazioni orizzontali e non piú messaggi che piovevano dall'alto. Ovviamente però, dato che l'Uomo é pecora, sono comparsi i pastori che menano il gregge dove vogliono.
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E che p**** questi misteriosi... Lo sono non lo sono.. Non amo definirmi.. Ma per favore.. Quanta ipocrisia in tutto ciò.. Allora se nessuno lo dice più se e gay o meno lo Stato i diritti che li da a fare ?? Non ce ne e' bisogno.. Ognuno si vive la sua vita nel privato come era negli anni "50... Ma per favore.