Cinema horror e mondo LGBTQIA+ hanno molto più in comune di quanto pensiamo. Ne parliamo meglio con Queer Horror, una rubrica settimanale che vi farà compagnia da oggi al 31 Ottobre, per scoprire tutti film più (imprevedibilmente) queer della storia del cinema horror. Prontə?
Nel 1984, tra valanga di titoli usa e getta, Wes Craven re-inventa il genere dello slasher movie: Nightmare dal profondo della notte (A Nightmare On Elm Street) è un classico istantaneo pronto a popolare la paranoia degli spettatori di tutto il mondo e consacrare una delle più grandi icone del cinema anni ottanta: Freddy Krueger – interpretato dall’insostituibile Robert Englund – è l’uomo nero dal maglione a righe rosse e verde, volto ustionato, e guanto con le lame al posto delle dita, che infesta i sogni degli adolescenti di Elm Street, trasformandoli in incubi che uccidono anche nella realtà.
Il successo del primo film ha dato carta bianca ad una valanga di sequel, crossover, reboot, fino un increscioso remake nel 2010. Freddy Krueger non era solo l’ennesimo serial killer di teenager arrapati, ma una personificazione delle paure più universali, del terrore della crescita, una sanguinolenta metafora del passaggio dall’adolescenza alla vita adulta, con tutto il trauma che porta dietro. Rito di passaggio che nel secondo capitolo della saga tocca (in)direttamente anche la comunità queer: Nightmare 2 – La Rivincità arriva nel 1985 (un anno dopo il primo capitolo) ed è tutto spudoratamente gay. Freddie torna per tormentare Jessie Walsh, adolescente che si presenta al pubblico con un adorabile balletto ammiccante in camera sua, sculettando sulle note di Touch Me (All Night Long).
L’uomo nero questa volta risiede dentro il corpo di Jessie (interpretato da Mark Patton), come un male ignoto che scalcia per uscire allo scoperto contro la sua volontà, qualcosa di terribile da reprimere e tenere nell’armadio. Una metafora della sessualità e del coming out che il film non fa nulla per ridurre a velata coincidenza: in uno dei suoi sogni Jessie si ritrova dentro un bar gay, con uomini che ballano tra costumi di pelle e pettorali sudati, tra cui il suo insegnante di ginnastica. Quest’ultimo viene seviziato nelle docce della palestra, con tanto di frustate sulle chiappe al vento. Dai primi piani dei lati B maschili a Freddy che seduce Jesse mettendogli una lama in bocca, l’intera sceneggiatura di Nightmare 2 è un freakshow omoerotico così evidente che lo stesso Patton non può non renderlo presente al regista Jack Sholder, e ancor più allo sceneggiatore David Chaskin: ma Chaskin nega tutto, sottolineando come ogni riferimento è puramente casuale. Patton – all’epoca gay non dichiarato –cozza con ogni stereotipo del tipico personaggio maschile: delicato, sensibile, espressamente effemminato, e protagonista di un film che non fa altro che metterlo ulteriormente in risalto pur prendendone le distanze. Nightmare 2 è un disastro al botteghino, sbertucciato da critica e pubblico, e nel frattempo Patton vive il suo personale incubo ad occhi aperti: nel 1988 il compagno Murphy muore di AIDS, e Patton, anche lui positivo all’HIV e malato di tubercolosi, abbandona Hollywood per trasferirsi in Messico, dove apre un negozio di souvenir e diventare “introvabile”.
Ma il tempo fa il suo corso e negli anni successivi, il film trova il sostegno di un nuovo pubblico: la comunità queer. Tutti gli elementi che l’hanno ridicolizzato e bastonato vent’anni prima, conquistano il cuore del mondo LGBTQIA+ tanto da eleggerlo a “film horror più gay mai realizzato”. Nelle parole di una drag queen durante una proiezione speciale nel 2010: “Al confronto Priscilla la Regina del Deserto sembra propaganda repubblicana“. Patton è stato invitato a numerosi panel, incontrando fan adoranti dal mondo queer ringraziandolo per uno dei pochi titoli del cinema horror con un protagonista (dichiaratamente o meno) gay.
Solo quasi un decennio dopo, nel documentario del 2010 Scream, Queen My Nightmare On Elm Street, Chaskin ammetterà che il sottotesto gay non era una coincidenza, ma completamente voluto, ai danni di un attore lanciato in pasto all’omofobia degli anni Ottanta. Oggi non solo Nightmare 2 non è solo un piccolo grande oggetto di culto, ma Patton ha ripreso controllo della sua narrazione, libero da stigma e vergogna.
Leggi anche: Nightmare, Robert Englund vuole un remake a tinte gay
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.