Cosa significa accedere alle visite mediche per le persone LGBTQIA+? Si può provare disagio nel rivolgersi a un centro specializzato in ginecologia? C’è rispetto per i tuoi pronomi e identità di genere?
Il sondaggio sostenuto dal Coming-Aut LGBTI+ Community Center APS – Centro UNAR contro le discriminazioni di Pavia insieme al progetto TODES! – Territorio Opportunità Diritti Eguaglianza Solidarietà approfondisce l’esperienza delle persone lesbiche, bisessuali, trans* e non binarie in contesti medici, nello specifico durante le visite ginecologiche.
Con la collaborazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e con il sostegno di Arcigay, il sondaggio (completamente anonimo) prende il nome di Q+, logo che unisce la lettera Q e il simbolo dell’inclusione, e sarà declinato nei prossimi mesi su tutti i canali social dell’associazione e sul territorio, anche con volantini e poster.
Un indagine che approfondisce e lascia spazio al vissuto di ogni soggettività coinvolta, dando voce ad un’esperienza, quella sanitaria, spesso più complicata del previsto.
“Non esiste nessuno studio in Italia sulle eventuali difficoltà di accesso alle cure ginecologiche per le persone lesbiche, bisessuali, trans* e non binarie” dice Davide Podavini, Presidente di Coming-Aut Pavia, evidenziando come molte testimonianze riportano episodi fenomeni di disagio e discriminazione proprio in contesti genocologici e sanitaria.
“È il caso, per esempio, delle domande di routine del personale medico che spesso danno per scontato l’orientamento eterosessuale. È raro poi che durante la visita siano affrontati temi legati alle infezioni sessualmente trasmesse (IST) nei rapporti tra sole donne o per pazienti che si sono sottoposti all’intervento di conversione dei genitali” continua Podavini, spiegando che l’indagine ha il fine di superare i limiti e le resistenze del caso, e settore le basi per garantire un accesso sicuro e rispetto a chiunque.
Potete compilare il sondaggio online (che rimarrà anonimo) a questo indirizzo o direttamente qui.
E i disagi di chi non possiede una vagina, ma viene incluso nel titolo di questa statistica?