Quante tipologie di piercing al pene esistono? Quali sono i pro e i contro di farsi forare una parte del corpo così sensibile? Ci sono rischi di trasmissione HIV?
A queste e ad altre domande, che ogni giorno tante persone si pongono a riguardo, risponderemo in maniera esaustiva in questo articolo. Se hai intenzione di farti un piercing al pene (in virtù di alcuni benefici da un punto di vista del rapporto sessuale), questa guida ti aiuterà ad avere delle conoscenze in più e a valutare bene l’idea di inserire dei gioielli nella porzione terminale dell’organo riproduttivo maschile.
Piercing al pene: l’importanza di rivolgersi ad un esperto
Basta digitare “piercing al pene” su Google e si possono trovare facilmente guide per la foratura “fai da te” di questa parte anatomica del corpo maschile. Quello che ti consigliamo vivamente è di evitare questa procedura.
Seppur tu possa provare imbarazzo nel chiedere ad un piercer professionista di applicare il piercing nella zona intima, è fondamentale che tu lo faccia. Il pene è una parte estremamente delicata: i rischi aumentano in maniera esponenziale se la foratura viene eseguita “homemade”.
Ad ogni modo, non tutti i professionisti eseguono il piercing al pene. Quello che devi fare non è solo informarti su chi lo fa, ma valutare anche in base ai suoi precedenti lavori, al suo portfolio. Ancora meglio, se il piercer specializzato possiede delle ottime conoscenze sull’anatomia del genitale.
Quali sono i vantaggi del piercing al pene?
Se stai leggendo questo articolo, quasi certamente avrai sentito dire che il piercing al pene può aumentare esponenzialmente la tua libido e, durante l’attività sessuale, quella del partner. In effetti, è così da un certo punto di vista. Ma non è così sempre, a differenza di quello che si racconta in giro. Vediamo perché.
Il pene è di certo una delle parti più sensibili del corpo maschile. Probabilmente la più sensibile. Questo si traduce in un’amplificazione del piacere sessuale. Il piercing stimola i tessuti interni del membro e va a stimolare i tessuti interni del partner durante la penetrazione.
C’è chi, però, racconta che il piercing al pene possa far raggiungere prima l’orgasmo. Nel caso delle coppie etero, si pensa che una determinata tipologia di piercing al pene (che vedremo di seguito), possa stuzzicare il punto G dell’apparato genitale femminile. Le cose non funzionano proprio così. Il raggiungimento di un vero orgasmo, che sia all’interno di una coppia LGBTQ o etero, è un processo molto più complesso di quel che si pensa: incidono anche aspetti psicologici ed il piercing al pene non è la soluzione.
Da valutare, inoltre, il fatto che non tutte le persone possano gradire durante la penetrazione anale o vaginale un pene con il piercing. C’è chi giura di voler fare sempre sesso con un partner che abbia il piercing al pene. C’è chi, invece, avverte fastidio.
Piercing al pene: rischi, controindicazioni e consigli utili per evitarli
I problemi più comuni a cui si va incontro dopo aver fatto un piercing al pene sono i seguenti:
- arrossamenti,
- gonfiori
- eruzioni cutanee
- infezioni
Queste controindicazioni possono essere causate tanto dal materiale di cui è composto il gioiello/anello quanto dalla scarsa cura, durante i tempi di guarigione, dell’igiene personale.
Questi possibili rischi a cui si va incontro sono, comunque, tipici di qualsiasi piercing che si fa sul corpo. Trattandosi di una parte anatomica molto più sensibile rispetto alle altre è, quindi, opportuno attenersi, rigorosamente ed in maniera costante, alle indicazioni di cura date dal piercer, per evitare di incorrere in danni seri. Un’infezione trascurata può coinvolgere tutto il corpo umano e portare addirittura alla morte.
Molto probabilmente un piercer professionista ti consiglierà di utilizzare delle soluzioni saline neutre e non alcoliche. Una minima presenza di alcol nel detergente o nella soluzione che utilizzerai può provocare l’aumento delle controindicazioni che abbiamo elencato poco fa.
Altri rischi, meno comuni, sono quelli relativi alle malattie veneree, come l’HIV. Avere un piercing al pene può portare, infatti, alla rottura del profilattico o al suo sfilamento, così come alla lesione di parti interne dell’ano o della vagina del partner. Come ben sappiamo, il sesso non protetto è una tra le cause principali di trasmissione.
Ad ogni modo, non ci sono ricerche confermate a riguardo del rischio di HIV per le persone con il piercing sulle parti intime. I partecipanti sui quali si sono svolti gli studi non hanno dato prove certe, in quanto non si era effettivamente a conoscenza dell’uso del preservativo da parte loro.
Quali sono le principali tipologie di piercing al pene
Qui di seguito puoi trovare elencate le principali tipologie di piercing al pene con una breve descrizione a riguardo di ognuna di esse.
Prince Albert
Tra i piercing più in voga del momento e meno dolorosi in assoluto, c’è il Prince Albert che viene eseguito sulla giuntura tra il glande e la parte terminale del pene. Questo piercing esce dall’uretra. È considerato uno tra i più eccitanti in assoluto. Ha un tempo di guarigione di circa 4 mesi.
Piercing al frenulo del pene
Chiamato anche Frenulum, viene realizzato tramite la foratura del frenulo del pene, ovvero quel sottile tessuto elastico che collega il glande al prepuzio. Anch’esso, insieme al Prince Albert, è tra i piercing al pene più popolari per via della stimolazione durante il sesso. Può guarire prima rispetto al Prince Albert (all’incirca in 2 mesi) ma, come per qualsiasi tipologia di piercing, va tenuto sempre curato per un po’ di tempo, al fine di evitare infezioni.
Ampallang
L’ampallang è tra le tipologie di piercing al pene più dolorose: trapassa in orizzontale il glande del pene. Molti piercer applicano l’ampallang quando il pene è in stato di riposo. Serve che il pene sia eretto soltanto per valutare la lunghezza della barretta metallica da inserire tramite la foratura.
L’ampallang ha un tempo di guarigione lungo, pari almeno a 6 mesi. In certi casi può arrivare anche ad un anno.
Apadravya
Anche l’Apadravya perfora di netto il glande, ma in senso verticale. Anch’esso può, quindi, essere molto doloroso, seppur si possa anestetizzare localmente.
Si tratta di un piercing estremo che attraversa i corpi cavernosi del pene. Può portare, quindi, ad un sanguinamento abbondante.
Durante il processo di guarigione, che può arrivare fino a 9 mesi, viene consigliata l’astensione dai rapporti sessuali.
Dydoes
Applicato su persone circoncise, questo piercing al pene, caratterizzato da una barretta ricurva, passa il bordo della corona del glande.
La sua applicazione viene effettuata con il pene in erezione e può essere dolorosa. La guarigione, invece, non supera i tre mesi.
Guiche
Chiamato Perineum, questo piercing è posizionato tra l’ano e lo scroto ed è uno tra i più complicati da applicare, seppur sia uno tra quelli più in voga nelle parti intime.
Trovandosi vicino all’ano, richiede una cura particolare: la buona igiene è essenziale sia nel periodo iniziale sia a distanza di tempo. La guarigione del guiche richiede dai 6 ai 9 mesi.
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II piercing sul pene aumentano la sensibilità sicuramente..ma attenzione che nel rapporto orale senza profilattico possono provocare danni ai denti ed alle gengive del partner. Il piercing suo pene deve essere preferibilmente di più di 2.5 mm di diametro, l’anello fino può ledere il foro e rendere più difficile la cicatrizzazione. Se non siete circoncisi il piercing vi farà “l’effetto “ della circoncisione tendo aperta la pelle. NON FATEVI IL PIERCING SUL PENE SE NON SIETE FERMAMENTE CONVINTI.. LA CICATRICE RIMANE A VITA!! Il Guiche è il più bello , il meno invasivo , ma essendo in una zona sempre in movimento e con sudorazione va curato con moltissima attenzione secondo me , da esperienza personale è il più eccitante, sempre se è una vs zona erogena . Occhio che si rischia di eccitarsi anche solo quando struscia sul boxer.la zona e sempre in movimento quindi è sempre stuzzicato. In qualsiasi caso ricordatevi che una volta che si fa un piercing si è. SCARRED FOR LIFE!