L’omotransfobia prima di tutto. In Polonia la regione di Malopolska si è rifiutata di revocare la sua risoluzione omofoba in cui si impegnava a lottare contro la diffusione dell'”ideologia Lgbtq+”. A costo di perdere oltre 2,5 miliardi di euro di finanziamenti dell’UE nei prossimi sette anni, come minacciato, la Malopolska ha tenuto il punto.
Nel 2019 la regione Malopolska è diventata una delle tante regioni polacche autodefinitesi “Free LGBT Zone“. Giovedì 19 agosto, l’assemblea regionale ha detto no alla cancellazione della risoluzione, ma l’appello è stato respinto dai rappresentanti del partito, riportano le notizie dell’UE.
Il leader del Consiglio Jan Duda, che è anche il padre del presidente polacco Andrzej Duda, ha sottolineato come “non possiamo semplicemente negare ciò che è stato detto nel 2019”. “L’insieme delle nostre leggi e misure è volta solo a difendere i nostri figli e i nostri giovani, ma alcuni barbari vogliono privarci delle risorse europee cui abbiamo diritto anche per il futuro della nostra gioventù. Quei soldi sono soldi che meritiamo, non carità”. “Dobbiamo incontrarci e riscrivere questa dichiarazione, poiché quella del 2019 è stata fraintesa“.
Come se possa essere fraintendibile, una “Free LGBT Zone”. Nel marzo 2021 il Parlamento europeo ha preso posizione contro le leggi omofobe polacche, definendo l’intera Unione europea una “Zona di libertà LGBTQI+”. Prima che il Parlamento europeo introducesse le “Zone di libertà LGBTQI+“, cinquanta Paesi di tutto il mondo hanno firmato una lettera aperta chiedendo alla Polonia di “proteggere tutti i cittadini dalla violenza e dalla discriminazione e di garantire loro pari opportunità”.
Dopo essersi dichiarate “Free LGBT Zone”, diverse città e regioni polacche hanno perso milioni di finanziamenti dalle sovvenzioni UE. In difesa della Polonia più omofoba, strano a dirsi, la chiesa polacca. Il vescovo Marek Jedraszewski ha tuonato: “La libertà è un bene particolare, ha il suo prezzo che si chiama onore e non si puó comprare mettendo in svendita i propri valori, i nostri valori nazionali cristiani. E quello che è in atto è null’altro che uno scontro tra la Vergine Maria e i suoi fedeli contro i sostenitori dell’ideologia neomarxista Lgbtq+“.
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E che si facciano finanziare da questa " vergine Maria ", non con le nostre tasse!