Se in Italia abbiamo Ignazio La Russa, presidente del Senato che sarebbe “dispiaciuto” se solo avesse un figlio gay, e più recentemente Pierangelo Buttafuoco, nominato ieri Presidente della Biennale di Venezia e convinto che gli omosessuali rivendicherebbero “diritti che hanno già”, negli States non se la passano propriamente meglio.
Mike Johnson è stato infatti eletto 51esimo Speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti in rappresentanza dello stato della Louisiana. Johnson succede a Kevin McCarthy, passato alla storia come primo oratore rimosso dalla Camera dei Rappresentanti nella storia degli Stati Uniti. Le associazioni LGBTQIA+ d’America e i democratici hanno denunciato l’elezione dell’estremista Johnson, definendola “profondamente preoccupante” per il popolo americano.
The Advocate ha fatto una raccolta delle dichiarazioni più omobitransfobiche di Mike Johnson negli ultimi 20 anni. Il 51enne repubblicano ha definito l’omosessualità “intrinsecamente innaturale“, ha affermato che il matrimonio tra persone dello stesso sesso avrebbe “condannato” l’America, dando così ai pedofili la possibilità di rivendicare “eguale protezione”.
In un articolo del 2003 per un quotidiano della Louisiana, Johnson scrisse: “Non esiste chiaramente alcun ‘diritto alla sodomia’ nella Costituzione. E il diritto alla “privacy del domicilio” non ha mai posto ogni attività svolta all’interno del domicilio al di fuori dei limiti della legge penale”. Johnson, ultra-cattolico, voleva criminalizzare il sesso gay.
L’esponente della Louisiana è un alleato dell’ex presidente Donald Trump. Secondo il New York Times seguì l’ex tycoon nella follia di voler “ribaltare le elezioni del 2020”, votando a favore dello stravolgimento dei risultati in vari Stati, mettendo pubblicamente in dubbio l’affidabilità del software di voto Dominion.
Oltre ad essere omobitransfobico, Mike Johnson ha aspramente criticato la sentenza Roe v Wade e appoggiato il divieto nazionale all’aborto, sostenendo inoltre l’ordine esecutivo di Trump del 2017 per vietare l’immigrazione da sette Paesi musulmani.
“È difficile pensare a un membro peggiore da eleggere presidente della Camera, non solo per le comunità LGBTQ, ma per il popolo americano“, ha tuonato in una nota Allen Morris, direttore politico della National LGBTQ Task Force. “Molti membri della mia famiglia risiedono nel quarto distretto congressuale della Louisiana da decenni, quindi so per esperienza personale che la sua politica in materia di diritti civili e questioni relative alle minoranze è chiara e cruda, mentre la nostra comunità continua a trovarsi sotto attacco“.
Secondo Morris l’elezione di Johnson “dovrebbe preoccuparci tutti”.
In una dichiarazione, la National Black Justice Coalition ha affermato di “condannare fermamente” l’elezione di Mike Johnson, citando tra le sue ragioni la sua posizione anti-LGBTQ+.
“Un leader eletto razzista e omobitransfobico non dovrebbe essere il terzo in linea di successione alla presidenza. È profondamente preoccupante vedere Johnson eletto come Presidente, soprattutto considerando il suo voto contro la legislazione bipartisan per codificare il matrimonio tra persone dello stesso sesso, che è fondamentale per garantire l’equità e la permanenza dei diritti costituzionali sostenuti dalla Corte Suprema degli Stati Uniti. Il suo ripetuto sostegno ai progetti di legge anti-LGBTQ+, incluso lo Stop the Sexualization of Children Act del 2022, che molti hanno giustamente etichettato come una misura federale della “Don’t Say Gay”, evidenzia il suo disprezzo per la comunità LGBTQ+”.
Il democratico Mark Pocan, presidente del Congressional Equality Caucus, ha ricordato come la Camera avesse la possibilità di eleggere un oratore che la guidasse in modo “bipartisan per far avanzare l’America”. Ma “i repubblicani estremisti del MAGA hanno eletto un oratore che ha dedicato la sua carriera ad attaccare le persone LGBTQI+ e a promuovere un’agenda anti-uguaglianza”. “Eleggendo Mike Johnson – un veemente oppositore dell’uguaglianza LGBTQI+ – come relatore, i suoi sostenitori hanno segnalato che vogliono che questi attacchi contro la nostra comunità continuino”.
Negli USA si voterà tra un anno, con Joe Biden alla ricerca del bis presidenziale contro Donald Trump o Ron DeSantis.
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