La più alta Corte amministrativa della Polonia ha stabilito che quattro cosiddette “zone libere da LGBT” devono essere immediatamente abolite. Le aree sono nate nel 2019, come riportato da Reuters, quando decine di città in tutto il Paese si dichiararono libere dall'”ideologia LGBT”, vietando la “promozione dell’omosessualità” per volere del premier Duda.
In precedenza un tribunale di grado inferiore si era pronunciato contro nove realtà locali di questo tipo, mentre la Commissione europea aveva tuonato contro simili zone, perché contrarie ai trattati UE.
Zone, ha precisato ora il giudice Malgorzata Masternak-Kubiak, che “ledono la dignità e la vita privata delle persone omosessuali”. “Indipendentemente dalle intenzioni dei consiglieri, l’effetto sociale della risoluzione è una violazione della dignità, dell’onore e del buon nome, nonché della vita privata di un determinato gruppo di residenti”.
Lo scorso anno l’UE aveva minacciato la Polonia, chiedendo lo stralcio di queste cosiddette ‘Free LGBT Zone” pena il congelamento di alcuni ricchi fondi comunitari. Circa 150 milioni di euro. Swietokrzyskie aveva immediatamente ritrattato le sue posizioni.
“La Commissione desidera sottolineare che dichiarare territori, luoghi di lavoro o servizi liberi da LGBTIQ/non graditi costituisce un’azione contraria ai valori stabiliti nell’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea”, si legge nella sentenza appena pubblicata. Campaign Against Homophobia, associazione LGBTQ polacca, ha festeggiato la decisione della corte definendola “una grande vittoria per la democrazia, i diritti umani e il rispetto delle persone”.
Lo scorso anno il Parlamento Europeo si è dichiarato “zona di libertà LGBTIQ”, con i voti contrari di Lega e FDI. 5 settimane or sono anche Milano ha fatto altrettanto.
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