A 31 anni non l’ho ancora fatto con molti conoscenti, né in famiglia. Alcuni conoscenti lo sanno, tra cui diversi ragazzi chiaramente omosessuali. Ma io ho sempre avuto l’intenzione di dichiararmi solo in presenza di un fidanzato, anche per potermi “appoggiare” a lui in caso di esito spiacevole in conseguenza del coming out. So che l’abitare in un minuscolo paesino del centro-sud italia, a vocazione religiosa, non volge a mio favore, ma so anche che in questo stesso paesino qualche ragazzo chiaramente omosessuale non ha alcun problema con la gente: non li ho mai visti (finora) essere presi in giro in maniera violenta dalla gente di paese, forse perché hanno un carattere più spensierato del mio e si fanno meno problemi mentali di me verso la gente bigotta? Come mi dovrei comportare a tal riguardo?
Mi piacerebbe dirti che fare coming out in un contesto accogliente, permissivo, e comprensivo è possibile per tuttə.
Ma purtroppo non viviamo sulla montagna del sapone e il mondo fa ancora cagare. Al contrario, entrano in gioco fattori come contesto, area geografica, classe sociale, e in generale, una notevole botta di culo. Al costo di utilizzare la parola più abusata degli ultimi due anni, è anche questo un privilegio.
Ciò nonostante, le persone lo fanno. Che sia un paesino del sud-italia o una provincia del centro lazio (come lə sottoscrittə), non c’è nessuna clausola, se non quelle che stipuliamo noi su noi stessə.
Ma quando lo spazio che ti circonda appare più ostile della media, posso capire che urlare al mondo chi sei non sia proprio come prendere il tè delle cinque.
Come dicevo nella posta di qualche mese fa, fare coming out non è un obbligo. Al massimo, una necessità: è tuo diritto giostrartelo come, quando, e dove vuoi – senza deadline o pressioni esterne.
Non occorre un fidanzato per fare coming out, ma capisco la necessità dell’appoggio o qualcunə che ci faccia sentire protettə e rimanga al nostro fianco, al di là delle circostanze. Se la famiglia non c’è e nemmeno il compagno, perché non appoggiarsi proprio a quegli altri ragazzi omosessuali nel tuo paese? No, un carattere spensierato non ti garantisce il passe-partout dai crimini d’odio o commenti omofobi per strada. Ma l’energia di chi fa il cazzo che vuole è contagiosa: potresti addirittura metterti in testa di farlo anche tu.
A discapito di questa cultura individualista che ci vorrebbe ognuno per la propria strada senza guardarci mai in faccia, le persone sono tutto quello che abbiamo.
Se quelle bigotte ci vorrebbero chiusi in soffitta a filare la lana, quelle simili a noi possono darci la scarica elettrica per uscire all’aria aperta e riprendere controllo delle nostre storie. Diventano fedelə compagnə di viaggio, spalle destre a cui fare affidamento quando stiamo per cedere, e gentile reminder che non siamo solə al mondo
Se non te la senti, non sei tenutə a salire sui tetti, andare in giro vestito come al carnevale di Rio, o fare voguing davanti la bisnonna durante il pranzo della Domenica (anche se ti confesso che amerei vederlo). Non sei nemmeno tenutə a fare un grande annuncio col megafono perché già essere te stesso, ai tuoi termini e condizioni, dovrebbe essere prassi per ogni essere umano, ma in questo clima politico, sembra un atto d’eroismo.
Affidati alle persone che ti capiscono e tienile strette, fatti ispirare da loro, e tienile strette finché non avrai più bisogno di nessuno per camminare per strada senza piegare il capo. Le tue paure sono umane, ma non c’è bigotto abbastanza forte da fermare la rivoluzione.
Ti abbraccio.
© Riproduzione Riservata