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Non ho mai fatto un threesome ma vorrei provare. Mi eccita l’idea ma allo stesso spaventa, perché non saprei da dove cominciare. L’ansia di prestazione è ancora più alta se siamo in tre. E se mi piace più uno che l’altro? Come ci si comporta? Mi sento impacciato da morire ma vorrei sbloccarmi e provare. Come?
(Alberto S, Cuneo)
Prima regola per goderti un threesome è dimenticare il sesso a due. Almeno nella logistica.
Se lo prendi come parametro di confronto, parti già male perché proprio numericamente non è riapplicabile.
Siete tre cervelli, tre corpi che si muovono insieme, e devono incastrarsi fisicamente, ma soprattutto mentalmente.
Potreste essere così fortunatə d’avere una chimica instantanea, capirvi al volo e godervi una performance indimenticabile.
Ma nel mondo degli esseri umani, potreste metterci un po’ più del previsto. È normale, vi state conoscendo, non siete all’area cani.
Il lato positivo dello scoprirsi in tre, è potervi aiutare a vicenda.
Potete muovervi insieme e coordinarvi in un unico grande ritmo, che non dipende né solo da te né solo dall’altrə, ma da un’energia reciproca che potete creare solo con la giusta calma, capacità di dialogo, e soprattutto senza prendervi troppo sul serio.
Questo per dirti che se fate un flop, non sei solo tu. Siete tuttə e tre.
Se alcuni threesome capitano completamente per caso alle quattro del mattino dopo quattro Margarita, altri vengono architettati con invito a cena o alla merenda delle cinque.
Evita gli scimpanzé nella caverna e avvicinati alle creature più affettuose e gentili della giungla, senza farti problemi a renderlo presente in anticipo: non l’hai mai fatto e vorresti provare. Non siamo i Cocky Boys.
Non c’è niente di male ad entrare in casa di uno sconosciuto e trovarlo già a quattro zampe, ma magari se sei al primo step valuta una situazione alternativa: porta un bottiglia di vino, accomodatevi sul divano, e prendila come una piacevole serata con persone nuove dove si chiacchiera, sorseggia Vermentino di Gallura, e si stacca un attimo il cervello dalla stressante routine quotidiana.
Nel migliore dei casi, verrà tutto naturale. La chiacchiera placherà l’ansia di prestazione, e togliersi i vestiti non sarà un obbligo di contratto. Quanto una naturale conseguenza di eventi. Lasciati guidare, fino a capire qual è il ritmo giusto per te in quella situazione.
E se uno ti piace più dell’altro? È un rischio reale. Potresti già saperlo in anticipo, oppure accorgertene in corso d’opera.
Ma non è sempre un male: una volta mi trovavo nel bel mezzo di un passo a tre, dove se uno era incredibilmente prestante, l’altro mi faceva le carezze e dava i bacini sulla fronte. Più che un amante, pareva mio zia. Ma quello che in un contesto diverso mi avrebbe fatto addormentare, lì creava la commistione perfetta: la tempesta da un lato e la quiete dall’altra.
Questo per dirti che quando si è in tre anche le energie cambiano, si controbilanciano, e funzionano diversamente.
Spesso riservando sorprese molto più piacevoli del previsto. È il lato più divertente del partecipare all’intimità sessuale di altre due persone.
L’unica cosa che rimane invariata è il consenso. Ci hanno abituato a considerare il sesso come un dovere, ti giuro che non lo è: permettiti di dire no in qualunque momento. Prima o durante, non c’è la multa da pagare. Nulla sarà più imbarazzante o spiacevole di ritrovarti sopra una giostra dove non vorresti salire.
Declina l’invito o fai un passo indietro, ma soprattutto comunica ai presenti i tuoi disagi.
Se non lo capiscono o fanno storie, tiragli una capocciata.
Sarà per un’altra volta.
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