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Ho 26 anni e dopo una vita a presentarmi in abiti stereotipicamente maschili, sono in una fase di questioning e avrei voglia di sperimentare di più con la mia espressione di genere. Sto ancora cercando di capire cosa mi piace: preferisco lo smalto nero o glitterato? Mini gonna e qualche crop-top? Ma anche se abito in una grande città e non sento più la pressione di chiedere il permesso ai miei genitori, c’è ancora qualcosa che mi frena da esprimermi come voglio: ho paura degli sguardi della gente per strada, non sono mai completamente a mio agio, e spesso temo di risultare ridicolə. Come faccio ad essere più coraggiosə? Come supero la paura? (Anonimo, Roma)
Sin da quando siamo piccolə ci viene detto come vestirci, comportarci, e chi essere a seconda di quello che teniamo in mezzo alle gambe.
Quando ti rendi conto che in realtà puoi fare quello che pare a te è un’epifania e non ci capisci più niente: non siamo abituatə a indossare questi nuovi abiti, non siamo abituatə a quello che vediamo allo specchio, e rischiamo ancora di osservarlo attraverso lo sguardo della vergogna.
Ma quella vergogna è degli altri, mica tua.
Non fustigarti e non pretendere di entrare al reparto donna e avere la situazione completamente sotto controllo: questa è l’occasione per sperimentare, cambiare idea, trovarti carinə e pentirtene sessanta minuti dopo che hai pagato la ricevuta.
Esplorare la propria espressione di genere non è poi così diverso da quando a quindici anni ci credevamo lə più figə in circolazione ma oggi riguardando quei look vorremmo chiuderci in cantina e dissociarci da quell’epoca.
Divertiti a provare tutti i vestiti che vuoi, immergiti negli outfit che in questo momento ti fanno sentire inscalfibile e al tuo meglio, e ridi di quelli che ti fanno più cagare.
È una questione seria finché non la prendi troppo sul serio.
Ma come non fai a non metterti paura in un mondo che cerca di spaventarci sempre di più?
Vorrei dirti di sbattertene, vestiti come ti pare e fai una pernacchia a chi ti guarda male, ma ho molta famigliarità con quello che provi: pensarci dieci volte prima di uscire di casa con una minigonna, prendere i vicoli meno affollati per non attirare troppo l’attenzione, e quel groppo alla gola ogni volta che cammini davanti una gang di ragazzini (poi magari loro non ti guardano nemmeno, ma in cardiopalma tu ci vai sempre).
È una paura che non ci meritiamo, ma comprensibile e tristemente in linea con il nostro periodo storico.
Tanto vale portarsela dietro e agire di conseguenza: se ne hai la possibilità sperimenta all’interno di safe spaces, lontano da sguardi indiscreti o eventuali pericoli, dove sentirti accoltə senza dare giustificazioni a nessuno.
Se riesci quando ti sposti cerca sempre di muoverti insieme o vicino altre persone queer. Perché più siamo, più possiamo unire i nostri timori e usarli come arma contro chi ci vorrebbe chiusi nell’armadio.
Nel migliore dei casi, potremmo abituarci a questa paura, sfibrarla finché non perde energie su di noi, e magari un giorno non ci farà saltare sulla sedia.
Forse non smetteremo mai di portarcela dietro, ma possiamo renderla noiosa, prevedibile, al punto di non frenarci più.
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