Sabato 2 ottobre a Milano Bau è stato eletto Puppy Italy 2021.
Bau è un cucciolo di Boxer toscano, ormai adottato dalla città di Firenze dove vive con la sua famiglia poly. Il colore preferito di Bau è il rosa, perchè è per lui il simbolo contro la cultura della mascolinità tossica.
Quando non gioca con palline e corde Bau è un illustratore e tatuatore, con particolare attenzione alle tematiche Queer; ci racconta di aver conosciuto il mondo puppy frequentando la scena fetish italiana, per poi rendersi conto di farne parte a sua volta ed entrare così in contatto con i temi ed i membri che lo popolano. “Credo che la divulgazione dei valori di una comunità sia elemento fondamentale per farla conoscere e comprendere a chi non ne fa parte, per questo mi impegno nella produzione di contenuti social, scritti ed illustrati, che raccontino al pubblico chi siamo e perché siamo a nostro agio nell’interpretare cuccioli di cane.”
Lo abbiamo incontrato per voi.
Com’è stato diventare il nuovo Puppy Italy 2021?
Dunque, è stato emozionante ed impegnativo allo stesso tempo. Quando mi hanno proclamato rappresentante della comunità Puppy italiana, sabato 2 ottobre, mi è arrivata una bella scarica di adrenalina ed è stato entusiasmante ricevere il calore di tutte le persone presenti e nei giorni successivi i tanti messaggi di congratulazioni sui vari social.
Il concorso è stato bello da vivere perché non si è limitato a giudizi sull’estetica dei partecipanti, ma ci ha coinvolti in una serie di attività per conoscerci meglio e capire quale fosse la nostra visione della comunità ed i nostri propositi per l’anno che avrebbe aspettato il nuovo rappresentante. Voglio anche porre l’attenzione sul titolo che porto: sebbene nel mio caso venga declinato al maschile, in mister, la forma pura è priva di riferimenti a genere o orientamento: “Puppy Italy”. Questo perché qualche anno fa “The Italian Puppy” (l’associazione che raccoglie sotto alla propria ala i Puppy italiani) ha scelto di rendere il concorso accessibile a chiunque, a prescindere da genere e orientamento.
Come hai scelto il tuo nome?
Domanda interessante, perché il mio nome “Bau” viene prima della mia presa di coscienza di essere un Puppy. Io sono un illustratore queer e “Bau” è il nome d’arte con cui, da diversi anni, firmo i miei lavori. Una volta che sono entrato a far parte della comunità Puppy italiana ho deciso di mantenere il mio nome d’arte ed estenderlo al mio alterego Puppy, questo sia perché mi sembrava un nome semplice e diretto, un po’ come mi vedo io, sia perché fin dall’inizio ho avuto l’intenzione di non scindere le mie personalità in aspetti distinti ma, al contrario, presentarmi in tutte le sfaccettatura che mi compongono.
Parlaci del tuo fetish.
Il Puppy Play rientra nella sfera dei fetish BDSM ma benché evolva dal gioco del dog slave se ne distacca nella sostanza, diventando un modo per liberare la propria parte più istintiva e giocosa. Mettendosi la maschera, il proprio muso, si diventa un cucciolo di cane libero dalle preoccupazioni della vita di tutti i giorni e, per il tempo dedicato, ci si dimentica di tutto e si può semplicemente giocare con altri cuccioli o con il proprio handler (l’umano che ti tiene al guinzaglio, quando questa figura è presente). Si tratta di un fetish sostanzialmente neutrale riguardo alle pratiche che può coinvolgere, che possono essere più o meno sessualizzate o possono anche non prevedere in assoluto l’atto sessuale. Si può tranquillamente giocare tra puppy facendosi i grattini, le coccole, o dentro ad una vasca piena di palline.
Qual è per te il legame tra il sesso e il Puppy Play?
Come dicevo sopra essere un Puppy prescinde dalla pratica sessuale che si preferisce. Nel mio caso mi approccio al Puppy Play non tanto come fetish sessuale, quanto come un vero alter ego che mi permette di essere qualcun altro che, nella vita di tutti i giorni, non posso essere. Può capitarmi di praticare sesso nei panni di Bau come no, diciamo che dipende molto dal mood del momento.
Hai un padrone?
No, non ho un “padrone”, figura che si riferisce più al Dog slave che non al Puppy. Nel mondo del Puppy Play esiste la figura dell’Handler, l’umano che ti porta in giro ma che non è necessaria e che, comunque, raramente si configura come il ruolo del Padrone con i relativi protocolli e regole di comportamento. Nel mio caso capita che mio marito Valerio sia il mio Handler, ma non la definirei una situazione fissa. Altri ruoli presenti nel Puppy Play sono l’Alfa e il Beta, rispettivamente il Puppy dominante e quello sottomesso, ma anche in questo caso si tratta di ruoli fluidi ed interscambiabili, senza regole ferree e protocolli come avviene per il Dog slave e, in generale, nella sfera BDSM.
Come hai iniziato ad interessarti alla realtà dei puppy?
Ho conosciuto il fetish del Puppy Play frequentando insieme a mio marito gli eventi organizzati dai tre Club fetish italiani: LFI, LCR, LFM e, ovviamente, “The italian puppy”. I cuccioli mi hanno attratto da subito, ma per un periodo mi sono approcciato alla pratica come possibile Handler di un Puppy. Successivamente, ad inizio 2020, ho preso coscienza del fatto che giocando con il Puppy di cui ero Handler, Princi, mi comportavo in modo molto simile a lui e mi ritrovato a giocare tra cuccioli. é stata una presa di coscienza un po’ improvvisa e quando, nei giorni successivi, ho detto alla mia famiglia poly (Valerio, Manuel e Princi) che iniziavo a pensare di essere anche io un Puppy, loro mi hanno risposto che lo sapevano da tempo. E quindi… eccoci qua.
Che messagio ti piacerebbe mandare ai lettori di Gay.it?
Il messaggio che vorrei mandare, che è anche il messaggio che cerco di comunicare con i miei lavori ed il mio attivismo artistico, è di cercare di capire le ragioni che spingono una persona a voler interpretare un cucciolo di cane mettendo da parte il giudizio per tutto quello che ci sembra strano. Ci possono essere tante cose, anche piccole, che ci regalano momenti in cui essere tranquilli e felici e se una di queste è interpretare un alter ego canino non vedo che male ci possa essere. Ci sono degli spazi nelle nostre vite in cui possiamo veramente essere quello che vogliamo e che ci fa stare bene, ma spesso ci chiudiamo delle possibilità per paura di essere giudicati (da noi stessi in primis). Non fatelo, ricordatevi che non state facendo niente di male e non state arrecando malessere a nessuno. Quindi, se vi va di diventare un cucciolo di cane per una sera provate, male che vada capirete che non è una cosa che vi soddisfa e potrete continuare a cercare il vostro modo di esprimervi.
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Che carino Bau!!