Manca un anno esatto ai mondiali di calcio che si terranno in Qatar, per la prima volta in inverno e con l’Italia tutt’altro che sicura di esserci, ma l’allarme nei confronti dei diritti non cessa di esistere. Anzi. In Qatar l’omosessualità è illegale e Asser Al-Khater, presidente del comitato organizzatore dei Mondiali, ha ribadito il divieto assoluto a mostrare “l’omosessualità“, tanto in campo quanto sugli spalti. Una scena come quella vista nel 2012 tra Germania e Francia, con il neo-milanista Olivier Giroud che dopo un goal baciò con passione il compagno di nazionale Mathieu Debuchy, rischierebbe quindi di andare incontro a sanzioni. Ma di quale tipo?
Intervistato alla CNN, Al-Khater ha precisato che “le manifestazioni pubbliche di affetto tra gay sono disapprovate e questo vale per tutti. Il Qatar e i Paesi limitrofi sono molto conservatori e chiediamo ai tifosi rispetto. Siamo sicuri che lo faranno, così come noi rispettiamo le diverse culture, speriamo che lo sia anche la nostra“.
Parole sconcertanti, che vedono la Fifa sempre più colpevole nell’aver scelleratamente assegnato i Mondiali ad un Paese tanto retrogrado nei confronti delle donne e delle persone LGBTQ+. A tutti i calciatori gay, ha poi sottolineato Al-Khater, sarà comunque consentito giocare. “Verranno in Qatar e potranno fare ciò che farebbe qualsiasi altro essere umano“. Peccato che calciatori professionisti dichiaratamente omosessuali non esistano, fatta eccezione per l’australiano Josh Cavallo, il mese scorso in prima fila nel dichiararsi “preoccupato” al sol pensiero di poter giocare in un Paese tanto omotransfobico.
A far rumore è il silenzio generale di un calcio che finge di non vedere l’oscenità che si prospetta all’orizzonte, con le federazioni ad altro interessate e Gianni Infantino, presidente Fifa, incapace di dettare una linea, minacciare sanzioni, prendere posizione. Nei mesi scorsi si era parlato di un via libera alle “bandiere rainbow” sugli spalti e ai tifosi LGBTQ+ negli stadi, ma con limiti ben precisi e inammissibili.
L’Italia laureatasi campione d’Europa la scorsa estate rischia seriamente di perdere il suo secondo mondiale consecutivo, dovendosi giocare due spareggi nel mese di marzo. Il primo contro la Macedonia del Nord, in casa, e il secondo in trasferta contro la vincente tra Turchia e Portogallo. Dovessimo perdere il treno di quest’altro mondiale sarebbe quasi certamente lutto nazionale, ma dinanzi ad una simile indifendibile organizzazione ce ne faremmo sicuramente una ragione.
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