ROMA – Dal palco del Kiss2Pacs, la campagna organizzata da Arcigay per l’approvazione dei Patti civili di solidarietà in Italia, accusò alcuni personaggi dello spettacolo e della moda di sfruttare economicamente il mondo gay e di non prendere posizione (pubblicamente) quando si discute dei nostri diritti.
Fabio Canino, artista, attore sia in cinema che in teatro, scrittore, autore televisivo, showman (certa gente le ha proprio tutte…) include Renato Zero nella lista degli “ingrati”: «È un ipocrita! Ho letto le sue dichiarazioni, quelle in cui paragona gli omosessuali ai Down. Lo trovo scan-da-lo-so! E trovo di cattivo gusto usare persone che hanno problemi seri per parlare di noi gay. Però sono felicissimo…».
Felice di cosa?
Che siano uscite fuori queste dichiarazioni assurde. Stanno bene a quei sorcini rincoglioniti che lo difendono a tutti i costi. Permettimi di avvertirli: “Se avete intenzione di scrivermi e-mail, com’è successo in passato, per difendere il vostro idolo – che vi offende e vi chiama handicappati – risparmiate il vostro tempo, rinunciateci: vi manderei a quel paese!”.
Eri sorcino anche tu. Ascoltavi Zero.
Sì, da ragazzino. Adesso non più. Non riesco a prescindere il lato umano da quello artistico. Alla sua età, uno che continua a negare la propria omosessualità, deve solo vergognarsi.
Il manager ha smentito il suo presunto coming out in merito alla canzone “L’altra sponda”.
Vedi, Renato non parla mai in prima persona di questo fatto, ha dei problemi. E fa parlare gli altri. Anche perché poi, quando Zero dice qualcosa, non si capisce niente! Ma anche chi lo “difende” si arrampica sugli specchi. E non è la prima volta.
Hai mai incontrato Zero?
Tutte le volte che ho chiesto un incontro, come ai tempi di quando facevo le Iene, ha fatto in modo di non esserci. Ma non perché mi debba qualcosa, il problema sono io, perché sono l’unico a dirgli le cose come stanno.
Fabio, come stanno le cose?
La cosa che mi fa incazzare di più, è che un personaggio della sua caratura ha un dovere morale – non è una questione di privacy – nei confronti di migliaia di ragazzini gay che, grazie a lui e alle sue canzoni, intravedevano una speranza e credevano davvero di poter vivere con autenticità la propria vita. Lanciando questi messaggi omofobi, invece, è come se dicesse loro: “Non apritevi troppo, nascondetevi un po’, perché un mondo in cui i gay sono felici non esiste, non si può…”.
Zero ha un ascendente anche nei confronti degli adulti.
Infatti penso anche ai genitori di questi ragazzi. Renato, con la sua testimonianza, avrebbe potuto tranquillizzare migliaia di mamme e di papà che hanno figli omosessuali. E invece cosa dice?
Dice che “Il peccato permette la redenzione” e che “Il profilattico può essere in sé maligno”.
Ma ti rendi conto? Lui che ne fa grande uso! Ha preso questa piega da “unto del Signore”, si candida come nuovo papa, canta “La pace sia con te”. Sono felicissimo che al Concerto di Natale in Vaticano non sia stato ricevuto da Ratzinger.
Tu proponi il boicottaggio del business omofobo. Ho capito bene?
Sì, da sempre. Perché loro sono interessati ai soldi, al potere. In questo modo gli permettiamo di pensare sulle stronzate che dicono.
Forse Renato crede che dichiarandosi espressamente omo, bisex o eterosessuale, deluderebbe molti suoi fans.
Ma se ha una popolarità enorme! Sarebbe l’emblema di tutti, una vera icona gay! Risulterebbe più simpatico, la gente lo stimerebbe per quello che è veramente, sarebbe pure un’ottima pubblicità.
Renato Zero non è un marziano.
Nooo! È proprio terrestre! Il classico terrestre che fa finta di essere trasgressivo, che lamenta l’insincerità del mondo con una retorica anche banale, e che furbescamente si tiene stretto il suo portafoglio. Eppure anche lui, prima o poi, dovrà fare i conti con se stesso e con “i migliori anni della sua vita” sprecati.
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di Pasquale Quaranta
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