Chi ha paura di una panchina arcobaleno? Accolte dagli applausi di chi abita il quartiere, le panchine rainbow di Piazza Gimma, solo pochi giorni fa inaugurate al Municipio II di Roma, sono già state vandalizzate.
A denunciarlo i Giovani Democratici, che le avevano con orgoglio realizzate, come gesto simbolico per dire basta a ogni forma di discriminazione basata sulla propria identità sessuale, e per sostenere la legge Zan. La notte del 27 novembre il raid, che ha visto le panchine vandalizzate, imbrattate.
Delle otto panchine che hanno richiesto duro lavoro ed impegno, sacrificio, intatte ne sono rimaste tre. Solo e soltanto tre. Hanno preferito dipingere il tricolore, come se essere italiani ed essere, ad esempio, omosessuali fossero due cose inconciliabili. L’offesa, nei confronti di tutti, è che questa gente abbia usato la bandiera della Repubblica Italiana come un atto d’odio, di vendetta e di divisione. Adesso capiteci quando parliamo della negazione dei diritti, della negazione dell’uguaglianza. Capiteci quando denunciamo la paura e il dolore.
Ma i Giovani Democratici non ci stanno e nei prossimi giorni ridipingeranno le panchine deturpate. “Ridipingeremo, per non chinare la testa. Ridipingeremo, perché la felicità delle persone non può essere negata. Ridipingeremo, per il diritto di essere chi siamo“.
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Atti di vandalismo degni di paesi come Russia, Ungheria e Polonia dove, ormai da tempo, basta una bandiera arcobaleno per suscitare reazioni violente e scomposte da parte di beceri nazionalisti fascisti omofobi.