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Qui il testo del DDL Zan dal sito del Senato
A due giorni dalla discussione in Senato per l’approvazione del disegno di legge contro l’odio omolesbobitransfobico, altrimenti noto come DDL Zan, è arrivato il “fulmine a ciel sereno”, come ha sintetizzato Arcigay nella sua nota: dalla trasmissione televisiva Che Tempo Che Fa su Rai 3, domenica 24 Ottobre 2021 il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ha ufficialmente aperto a una mediazione, incaricando il deputato On. Alessandro Zan, primo firmatario del disegno di legge, di cercare una mediazione in Parlamento. Giova qui ricordare che il DDL Zan è stato già approvato un anno fa alla Camera dei Deputati, e ora si discute per la sua definitiva approvazione al Senato.
A due giorni dalla discussione al Senato, e dopo l’apertura di Enrico Letta a un possibile dialogo con le altre forze parlamentari, Gay.it ha intervistato in diretta sui propri social network il deputato Alessandro Zan.
“La mediazione non è di per sé un fatto negativo” ha ricordato Zan che ha precisato come il testo approvato alla Camera dei Deputati un anno fa sia già una mediazione “Ma la mediazione è positiva se non lede la dignità delle persone, non rende la legge discriminatoria e non introduce disparità di trattamento”. Dunque quale sarà questa mediazione?
NESSUNA MEDIAZIONE DEL PD SULLE PERSONE TRANSGENDER
Il Partito Democratico non è disposto a passi indietro sostanziali, sicuramente non sulla tutela delle persone transgender, sulla quale invece, oltre alle richieste di Lega e Fratelli d’Italia, si registra un approccio possibilista di Italia Viva, disposta ad approvare una legge che non tuteli le persone transgender. “Sull’identità di genere non possiamo mediare – ha spiegato Zan al nostro caporedattore Federico Boni – perché la definizione giuridica persona transgender è già presente nel nostro ordinamento, e dunque per il Partito Democratico non è accettabile che le persone transgender siano escluse, ricordo che l’Italia è il paese con più omicidi di persone transgender in Europa”. Tuttavia l’On. Zan lascia aperta la mediazione sull’articolo 1, quello che riguarda le definizioni.
Ad oggi, al comma d) dell’articolo 1 del DDL si legge: per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione.
Quale sarà mai la mediazione sulla definizione a cui sembra mostrare apertura l’On. Zan?
NESSUNA MEDIAZIONE DEL PD SULLA SCUOLA
Più vago sulla scuola, l’On. Zan ha comunque precisato che è ormai prassi che anche il Presidente della Repubblica sia solito sottolineare la lotta all’omotransfobia il 17 Maggio e che il DDL semplicemente ribadisce che, come già da legge sulla buona scuola del 2015, sono previsti percorsi contro le discriminazioni. Su cosa dunque si potrà mai mediare a proposito di scuola? “Ascolteremo dai diretti interessati” ha precisato Zan. Sulla questione scuola – insegnare o no ai bambini ad accettare la diversità per prevenire l’odio omotransfobico – il Partito Democratico farà concessioni a Italia Viva e Lega?
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“Finora siamo stati rigidi per evitare di tornare nuovamente alla Camera per approvare daccapo un testo modificato” ha spiegato Zan “ma ora il tentativo di Letta è chiaro: mi ha dato mandato per capire se esiste, prima ancora che una mediazione, un possibile dialogo con le forze parlamentari per eventualmente apportare lievi modifiche che non snaturino e sviliscano la sostanza della legge, approvarla al Senato, così da tornare rapidamente alla Camera per approvare soltanto i pochi emendamenti”.
Ma ci sono i tempi? “Con la legge di bilancio che terrà impegnato il Parlamento un paio di mesi, l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica a gennaio e la possibilità di elezioni anticipate che non possiamo escludere, il passaggio è stretto” ammette Zan. “Ho 24 ore per cercare dialogo e mediazione e trovare un punto di caduta”. E sulla possibilità che la presidente del Senato Casellati conceda voto segreto, Zan spiega che per lui non andrebbe concesso, ma che è prerogativa della Presidenza decidere. “Con la richiesta del ‘non passaggio agli articoli’ abbiamo poche possibilità di errore, se la legge va sotto Mercoledì, l’iter si interrompe e purtroppo con la questione del green pass abbiamo molti senatori che erano favorevoli, che saranno assenti e rischiamo di vedere la legge affossata”.
24 ore di tempo per trovare una mediazione, o meglio ancora “un dialogo”, spiega Zan. Probabilmente l’ultimo, disperato tentativo di coinvolgere parti di Italia Viva e Forza Italia e provare a capire se esistono i numeri. Correndo il rischio al buio. “Quello che il segretario Letta ha fatto è proprio di evitare di andare al buio, nelle prossime 24 ore io sonderò per capire se c’è possibilità di dialogo e mediazione su questioni tecniche che non snaturino la sostanza del disegno di legge”.
“A loro chiederò almeno la non belligeranza sui mille emendamenti, sarebbe già qualcosa” spiega Zan. Che ci tiene a precisare “bisogna ricordare che il PD ha perso le elezioni del 2018 – quando Zan era renziano ndr – e poi c’è stata la scissione di Renzi – Zan è rimasto nel PD ndr – alla fine oggi il PD ha il 12% dei voti, è sottodimensionato rispetto ai consensi che riscuote nel paese”.