Lo sterminio perpetrato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale ha colpito gruppi di persone fra loro molto diversi. Lo sappiamo, gli storici l’hanno documentato e la divulgazione (non solo scolastica) lo ha recepito, eppure nel momento di parlarne ci troviamo in difetto. Ci mancano le parole, la parola. Un’unica parola con cui riunire tutte le vittime di quell’immane massacro. Perché Olocausto e Shoah, con le quali siamo portati a sintetizzare, si riferiscono soltanto al genocidio del popolo ebraico, rendendo indebita ogni altra attribuzione.
In anni decisamente più recenti, con l’intento di colmare questo gap, la lingua italiana ha assistito alla comparsa di un nuovo termine. Si tratta di omocausto, una parola divenuta popolare negli ambienti LGBTQ ma ancora sostanzialmente ignorata dai vocabolari, con la quale viene ricordato lo sterminio degli omosessuali nei campi nazisti.
Il libro
Il libro a cui è dedicata la segnalazione di oggi riguarda proprio questa tristissima pagina di storia contemporanea. Un triangolo rosa. Storia d’amore con la A maiuscola di Paolo Arigotti racconta la vicenda che unisce Marco, Luigi e Klaus. Tre giovani, tre figli del loro tempo destinati a incontrarsi tra Italia, Germania e Vaticano negli anni della Seconda guerra mondiale. Amore clandestino, deportazioni, spionaggio e atrocità costituiscono lo sfondo di questo romanzo storico, in cui azione e sentimenti promettono di rincorrersi per molte pagine.
Il triangolo rosa che dà il titolo al libro è il triangolo di stoffa cucito sulla casacca di chi, accusato di omosessualità, entrava nei lager. Era il simbolo più infamante e chi lo portava era discriminato anche dagli altri prigionieri. La trama del romanzo varcherà i confini di uno di questi campi, ma il triangolo richiama anche quello amoroso che si instaurerà fra i tre giovani come perno di tutta la storia.
Pubblicato in questo mese di novembre 2020 dal gruppo livornese CTL editore, Un triangolo rosa è già alla sua seconda edizione. Un’edizione ampliata, quest’ultima, e introdotta da una prefazione di Francesco Gnerre, docente e saggista. Paolo Arigotti, autore dalla doppia formazione sia giuridica sia storica, si dedica ormai da qualche anno allo studio del Novecento e del nazismo.
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